IL COMUNE STA TRATTANDO CON IL PROPRIETARIO DELL’AREA PRIVATA DEL PARCO LAMBRO

PER AVERLA GLI PERMETTERA’ DI COSTRUIRE UNA VOLUMETRIA PARI  A META’ PIRELLONE: GENIALE!

Il 4  dicembre 1965 il sig. M. N. abita nella cascina Melghera di via Crescenzo 56, oggi occupata in parte dal centro per anziani IL SORRISO. Quel giorno M. N. uscito di casa sente un odore acre di fumo e, viste le fiamme che si sprigionavano dalla villa accanto alla cascina, da l’allarme.
Considerati la velocità di comunicazione e i potenti mezzi dell’epoca i pompieri sopraggiunti con  3 autopompe, circoscrivono le fiamme che minacciano di appiccasi anche agli alti e frondosi alberi del parco che circonda la villa e il laghetto retrostante, e il risultato di tale intervento è stato che il tetto della villa è crollato.
Sul luogo sopraggiunsero anche i vigili urbani e la Volante con  pantere. La prima ipotesi formulata è stata che trovandosi la villa incustodita un vagabondo o un barbone – altri tempi – aveva acceso un fuoco e involontariamente aveva causato l’incendio. 1)

Foto apparsa sul Corriere della sera il 5 dicembre 1965 pag. 9

Abbiamo ripreso questa notizia perché documenta come già nel 1965 il proprietario dell’area su cui insisteva la villa non la abitava e a memoria d’uomo si è disinteressato della proprietà che aveva sino a quando, secondo l’ex consigliere del Consiglio di Zona 3 Michele Sacerdoti, l’ex vicesindaco di Pisapia, Ada De Cesaris, non avviò “una trattativa per il “Bosco dello Svizzero” con il proprietario residente all’estero per una cessione al Comune come pertinenza indiretta e spostamento delle volumetrie di cui ha diritto in un’altra area.”
Detto in altri termini la trattativa aveva questo perimetro: tu proprietario cedi la tua area al Comune e il Comune ti permette di costruire una volumetria pari allo 0,35 dei 45000 mq. che gli dai: plasticamente voleva dire una volumetria pari a un mezzo Pirellone.

Il punto rosso indica dove c’era la villa. La riga circoscrive lo spazio di proprietà privata oggetto della trattativa.

L’assessore del Municipio 3 Antonella Bruzzese, interpellata, ha invece sostenuto che l’attivismo del proprietario dell’area deriva dal fatto che dopo la bonifica “in futuro” la cederà  al Comune “a titolo gratuito“. Pare una favola!
Ma invece, nella più rosea delle ipotesi, se il Comune persevererà in questa logica di scambio si troverà in carico un’area che, nella migliore delle ipotesi sarà mezza deforestata e, non avendo i soldi non potrà “riqualificarla”, come si dice in un politichese corretto. In compenso regalerà a Milano nuovo cemento.
Soluzione: modificare il piano di Governo del Territorio.

Precedenti articoli sul tema:
A PROPOSITO DI PROPRIETA’ PRIVATE AL PARCO LAMBRO
DOPO 50 ANNI AL PARCO LAMBRO SPUNTA UN’ALTRA “VILLA”

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1) Abbiamo ricavata la notizia da:
– Corriere di Informazione (III edizione) 4 dicembre 1965 pag. 4
– Corriere della Sera 5 dicembre 1965 pag. 9

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