Questa settimana, per la prima volta, dopo quasi 60 anni mi sono inoltrato in quella parte di vegetazione che naturalmente è un pezzo del parco Lambro. Ma è sempre stata inaccessibile perché delimitata, su due lati, da una rete che permetteva sempre, a chi avesse voluto entrarvi, di nascondersi per fare cose che alla luce del sole sono proibite.
E’ successo perché una mano misteriosa, alla chetichella – non vi sono indicazioni di chi e per conto di chi abbia tagliato la rete – ha creato percorsi con cingolati e tagliato decine e decine di alberi e, verosimilmente, altrettanti ne abbatterà.
Ho percorso parte di quel luogo misterioso per via di quella villa che si affacciava su via Crescenzago ed è “scomparsa”, dopo 2 incendi, forse dolosi.
Chi ha lavorato al disboscamento ha raccolto la prova che i soci del Tennis Club Ambrosiano non si sono mai avventurati oltre la staccionata: se una pallina da tennis la superava confidavano si degradasse.
Oltre le cataste di legna mi sono accorto che stavo percorrendo un sentiero; mi sono lasciato guidare e invece dei vecchi ruderi della villa bruciata ne ho trovato una nuova!(foto 1)
Porte e uscio della casupola erano chiusi. Ma la presenza di chi l’abitava era palpabile; la bandiera italiana (foto 2); una scopa davanti all’uscio (foto3),la raccolta “differenziata” di decine di pasti in scatola (foto 4), un cestino dei rifiuti, il filo del bucato e un braciere in mattoni(foto 5). E il segno che chi vi abita, probabilmente quest’inverno ha rischiato di morire colpito dalla caduta di un albero (foto 6).
INDIFFERENTI MAI.