IN VIA BENEDETTO MARCELLO…

Questo è l’albero piantato in via Benedetto Marcello, di fianco al Liceo Volta e dinanzi alla fontana a suo tempo realizzata in ricordo di 3 “martiri della rivoluzione” fascista. Foto Corriere della sera

Il 23 maggio 1993, nel primo anniversario della strage di Capaci, “anche Milano ha celebrato l’anniversario della morte del giudice Falcone, della moglie e della sua scorta. A un anno dall’attentato. un albero in memoria del magistrato è stato piantato ieri mattina in un’aiuola di fronte al liceo Volta, in via Benedetto Marcello. All’iniziativa hanno aderito, tra gli altri, la Rete, la Legambiente e l’associazione studentesca A sinistra. Dopo la cerimonia, un corteo guidato da Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, ha raggiunto il centro e si è concluso con un comizio in piazza Mercanti“. (Corriere della Sera)
All’epoca Milano non aveva un sindaco ma un commissiario straordinario,  Claudio Gelati, dato che l’allora sindaco, Giampiero Borghini, aveva dato le dimissioni a seguito delle inchieste di Mani pulite.
Al commissario succedettero il sindaco leghista Marco Formentini e poi Gabriele Albertini (FI e PDL).

 

 

Il 23 maggio 1998 la società civile pose innanzi all’albero un manufatto in cemento con l’immagine di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e rinominò l’albero con il nome dei due magistrati e, per non dimenticare, riportò sulla targa anche i nomi di tutti coloro che perirono nelle due stragi mafiose.
Nel 2002, a 10 anni dalla strage di Capaci e della morte di Paolo Borsellino, il  Consiglio comunale votò una delibera per intitolare i giardini su cui era stato piantato l’albero.
Dovettero passare altri 8 anni prima che i politici dessero corso alla delibera votata e “sfidassero” la mafia; ci volle un nuovo sindaco: Letizia Moratti. Nell’imminenza di quella intitolazione, avvenuta non certo nottetempo ma in una data in cui Milano non era di certo popolata, il 19 luglio 2010, finiani e AN non mancarono di fare polemiche strumentali.
Falcone e Borsellino comunque sorridono. In quel luogo, innanzi a loro, v’è una fontana retaggio di un regime passato.
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Nella ricostruzione di questo luogo della memoria colpisce, ma non stupisce, che questa storia sia declinata tutta al maschile. Nella prima foto compare un nome: Francesca Morvillo. Era la moglie di Giovanni Falcone ed era come lui e Borsellino un magistrato. Ed è l’unica magistrato donna uccisa, in Italia.

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