UNO O QUATTRO PER ME PARI SON

Vincenzo Acerenza, qualche anno fa.

Questa è l’ammissione fatta dall’avvocato di Comozzi – nell’udienza che si è svolta ieri presso la Sezione Lavoro del Tribunale di Milano – e si riferiva al fatto che il licenziamento di Vincenzo Acerenza della INNSE era avvenuto senza ottemperare a quanto previsto dalla legge. Peccato che oltre a lui siano stati lincenziati, con lo stesso metodo, altri 3 lavoratori.

Oggi, al presidio dell’INNSE di via Rubattino, discutevano di come era andata l’udienza che si era svolta in tribunale dove Vincenzo Acerenza ha impugnato il licenziamento comunicatogli dall’azienda 3 giorni dopo che formalmente aveva ripreso il lavoro (1) e dopo 1 anno di CIGS.
Come sapete Vincenzo Acerenza ha 68 anni e nell’udienza precedente il giudice gli aveva chiesto come mai non accettava gli ammortizzatori sociali e l’integrazione dell’azienda al suo accompagnamento alla pensione (vd.). L’udienza è proseguita nel dibattimento da questa questione.
E come direbbe Acerenza: la questione è molto semplice. Lui dopo le dure lotte del 2008/2009 ne era uscito fisicamente provato. Perciò aveva chiesto all’azienda, verso il 2011, di potere svolgere la sua mansione a orario ridotto. La qual cosa gli venne accordata.
Nel 2015 aveva raggiunto i requisiti di età per essere pensionato ma non fece domanda di pensione (non aveva/ha 40 anni di contributi) e l’azienda non lo dimissionò.
Secondo i suoi avvocati la pretesa dell’azienda di fare valere ora quel che non è stato concordato a tempo debito – ovvero sostenere che il licenziamento era dovuto all’età del lavoratore – non era pertinente con la motivazione del licenziamento: l’azienda ha proceduto al licenziamento perché ha sostenuto di avere eliminato il ruolo ricoperto dall’Acerenza.
E ancora i suoi avvocati hanno detto che l’Acerenza non si è autoridotto l’orario di lavoro – tesi sostenuta dall’avvocato dell’azienda – perché se ciò fosse vero l’azienda avrebbe potuto licenziarlo da anni: nel motivare il licenziamento l’azienda non ha adottato un provvedimento disciplinare.

In primo piano Massimo Merlo uno dei 3 licenziati

Quanto alla questione relativa alla libertà di impresa e quindi alla discrezionalità della stessa di assumere forza lavoro anche esterna, se sussistono comprovati motivi che giustifichino tale condotta – tesi sostenuta dall’azienda che ha argomentato come la professionalità di Acerenza non è adeguata alla tecnologia delle macchine in azienda – gli avvocati della difesa hanno controbattuto dicendo che:
– sono in grado di portare testimonianze che confutano quanto affermato dall’avvocato dell’azienda;
– ad oggi vi è una sola macchina nuova: non ancora operativa;
– i così detti “macchinari obsoleti” non sono mai stati sostituiti;
– in questi mesi, i lavoratori non in CIGS, stanno lavorando e producono su tali macchinari;
– l’Acerenza da sempre li ha manutenuti: unico elettricista da quando Camozzi è subentrato al vecchio venditore di macchine usate;
– ora l’azienda si avvale di un elettricista esterno che opera su quelle macchine.
Secondo la difesa il licenziamento è stato un atto discriminatorio nei confronti di un delegato RSU. Avvenuto in un momento in cui neppure c’era produzione. Ed è stato eseguito al di fuori di quanto prevedono le norme vigenti.
Pertanto hanno chiesto il reintegro dell’Acerenza.
L’avvocato di Comozzi ha ammesso che il licenziamento è stato irrituale ma ha argomentato che quello era stato l’unico neo procedurale. I difensori hanno rimarcato che l’errore è stato reiterato perché compiuto anche nei confronti degli altri 3 licenziati.
Il giudice si è riservato la facoltà di decidere sulla base degli argomenti portati dalle parti.

Uno dei 3 licenziati: Dario Comotti.

P. S. L’udienza riguardante il licenziamento di Dario Comotti è stata rinviata dal giudice al 6 ottobre, per impegni dell’avvocato di Comozzi.
___________

1) I lavoratori sostengono che l’azienda dall’anno scorso non ha messo in produzione neppure una commessa e attualmente ciò che viene prodotto sono pezzi che vanno a magazzino. In particolare all’epoca del licenziamento gli operai erano rientrati in azienda ma la produzione era ferma.
Sulle vitcende della INNSE abbiamo realizzato una cronologia che potete leggere alla voce INNSE via Rubattino .

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