Secondo un articolo del Corriere della Sera le segreterie Fiom, milanese e nazionale, hanno indirizzato ai lavoratori dell’INNSE di via Rubattino una lettera aperta in cui considerano «controproducente la prosecuzione della mobilitazione» e «non condividono le ragioni e le forme di conflitto che la Rsu della Innse Milano ha deciso di promuovere, che potrebbero determinare una imprevedibile escalation, generando situazioni traumatiche non gestibili sul piano sindacale».
CHE DIRE
Lodovico Comozzi sta cercando, con l’avvallo della Segreteria Nazionale e quella territoriale della FIOM CGIL, di cambiare gli accordi all’epoca sottoscritti dal padre e già nell’autunno 2015 aveva ricevuto un rifiuto da parte delle maestranze al piano prospettato.
– Il 18 gennaio Lodovico Camozzi ha dichiarato lo stato di crisi aziendale della INNSE Milano Spa, di via Rubattino;
– Il 1° marzo ha messo in cassa integrazione guadagni straordinaria i lavoratori, sino al 28 febbraio 2017 (senza un preventivo accordo con la RSU);
– Ad aprile l’azienda è stata dissuasa dall’impedire l’ingresso dell’ANPI in azienda per commemorare i 12 operai morti nei campi di concentramento nazisti, perchè deportati, dopo gli scioperi del marzo 1943.
L’8 settembre l’armistizio/resa della FIOM-CGIL, a quanto ci è dato di capire dalla lettura del “Verbale di riunione: INNSE Milano – redatto dal Ministero dello sviluppo economico”
E da quanto si può ricavare da alcuni fatti:
– a metà ottobre l’azienda ha inviato un esposto al prefetto nel quale vengono elencate le denunce – cinque da marzo a oggi – presentate in questura per ostacolo all’attività produttiva da parte dei dipendenti.
– il 14 ottobre l’azienda ha depositato un ricorso d’urgenza al giudice del lavoro per ottenere l’agibilità della fabbrica.
– il 29 novembre ha cercato di fare uscire dall’azienda dei macchinari.
Diciamo la resa perchè a fronte della promessa di mantenere l’attività produttiva sul sito sino al 2030 gli investimenti saranno, contrariamente a quanto sottoscritto nel 2009, disattesi. Erano 8 milione, a detta di Lodovico Camozzi, all’inizio di quest’anno, sono diventati 2/3 milione di euro per comperare due nuovi macchinari che guarda caso sono prodotti da una società del gruppo Camozzi, e la prospettiva per i lavoratori in forza (erano 49, poi diventati 36, ora oscillano tra i 28 – 27 (Fonte Corriere della Sera,[ ad ogni articolo sulla vicenda il numero si fa più esiguo]) sarà quella di….
Resa perchè la FIOM CGIL per mano dei suoi funzionari, stipendiati anche dai lavoratori INNSE, si permette di dire ai suoi lavoratori che la lotta sindacale se non è un pranzo di gala non è sindacale!

Fotogramma da La INNSE. Appunti di una storia di lotta
_______________
* Alla riunione presieduta dal Dr. G. Castano del Mise**, erano presenti il Dr. Fulvio Matone di ARIFL (Regione Lombardia ), i Rappresentanti di INNSE MILANO SPA il Sig. Flavio LOGICA assistito dal CDL Dr. Roberto PENNACCHIO, le OOSS Nazionali e territoriali di Milano FIOM-CGIL.
N. B. Singolare che le organizzazioni sindacali sono indicate genericamente come OOSS Nazionali e territoriali di Milano FIOM-CGIL e non con il nome e il cognome dei sindacalisti che vi hanno partecipato.
**
LA FIOM ha offerto un valido assist alla giornalista che ha detto delle mezze verità non potendo dire delle complete bugie; l’ipoteca che gravava sul capannone non è stato certamente l’elemento che ha messo a repentaglio il piano di rilancio presentato nel 2010 mentre il piano a cui fa riferimento la giornalista è quello di 5 anni dopo l’acquisizione, ovvero del 2016, completamente diverso dal primo e molto più riduttivo in quanto trasforma l’azienda in mera propaggine della fonderia del Gruppo Camozzi ovvero limitando fortemente la gamma dei prodotti e subordinando l’esistenza dell’azienda a quella della fonderia stessa; nulla a che vedere con quanto prospettato nel primo piano che avrebbe consentito alla INNSE di accedere con le sue macchine, attualizzate e modernizzate, ad un mercato più vasto e variegato; temo che manchi da parte del sindacato l’interesse a salvare l’azienda e francamente non ne capisco le ragioni; oltretutto, ma trattasi di pura supposizione, sono portato a pensare che sia stata la morte di Camozzi padre a determinare il cambiamento di rotta del gruppo contro cui la FIOM forse non ha ritenuto di doversi scontrare. Temo che il destino di quella fabbrica, a meno di un miracolo, sia segnato
Saluti
Francesco
"Mi piace""Mi piace"
Grazie Francesco
come detto nell’articolo il piano proposto dall’azienda l’8 settembre a noi è sconosciuto (non era allegato al verbale). Pare che tu ne conosca i contenuti.
Sarebbe interessante capire dove è possibile reperirlo. Ti saremmo grati se ce lo dicessi.
Noi eravamo a conoscenza, e lo abbiamo scritto anche di un progetto del 2015 della Camozzi di ridurre alla metà le attività della INNSE e di installare, con la complicità del Politecnico, delle start-ap sull’altra metà dei terreni. Il Politecnico è in tutt’altre faccende affacendato?
"Mi piace""Mi piace"