
Via Aselli 28
Cavallari Brenno. Nasce a Monteverde (Av) il 12.8.1893. Aderisce al Partito d’Azione e diviene tenente colonnello del Corpo Volontari della Libertà. E’ arrestato, per attività antifascista, il 16 marzo 1944 e incarcerato a San Vittore per poi essere tradotto a Fossoli (Mo).
Il 12 luglio 1944 Brenno Cavallari, dopo il consueto appello, insieme ad altri 70 internati politici, è fatto uscire dalle file e alloggiato in una baracca, con la motivazione che l’indomani, molto presto, sarebbe partito per la Germania. Alle 4 del mattino dalla baracca escono tutti. Avrebbero dovuto essere 70, ma uno dei reclusi, Teresio Olivelli, durante la notte è riuscito a nascondersi e poi fuggire.
I 69 sono suddivisi in tre gruppi, per giungere in tre tornate, al poligono di tiro di Cibeno. Qui viene letta loro la sentenza che li condanna a morte, per rappresaglia, a seguito di un attentato avvenuto a Genova.
Dopo la lettura i prigionieri, a coppie, vengono fatti inginocchiare sul bordo di una fossa comune, nella quale cadono per inerzia, dopo che ricevono un colpo alla nuca.
Nel secondo gruppo di condannati – Mario Fasoli e Eugenio Jemina – riescono a fuggire e si salvano grazie all’appoggio dei contadini.
Al termine della fucilazione, i corpi nella fossa sono 67 tra questi anche quello di Brenno Cavallari.
Teresio Olivelli, nuovamente arrestato e incarcerato , è morto nel campo di Hersbruck, nel gennaio ’45.