
Simone Sollazzo
In data 11 dicembre Simone Sollazzo, Capogruppo del MoVimento5stelle in Consiglio Comunale, a nome del gruppo ha inviato una lettera all’Assessore Tajani per riportare all’attenzione sua e a quella della Giunta comunale il caso INNSE.
“Dall’ultimo scambio epistolare intercorso tra le parti a proposito del caso INNSE, e che risale ormai ad un anno fa, molti eventi si sono succeduti e avrebbero dovuto indurre oggettivamente l’Amministrazione Comunale a rivedere la sua posizione sul tema e mostrare un ruolo più attivo nella questione.
Si parte dalla decisione del giudice che ha rigettato i licenziamenti condannando la Camozzi al risarcimento, per arrivare allo stato di inefficienza in cui l’azienda versa attualmente a causa dei continui cambiamenti di programma che hanno portato al completo smantellamento del progetto iniziale su cui si basava l’accordo siglato tra Comune,Prefettura e Azienda.
Attualmente sono impiegati soltanto circa 10 addetti su gli originali 24 per il solo avvio
di una macchina che dovrebbe lavorare basi di alluminio e che al momento non risulta in
funzione perché non si è ancora riusciti ad avviarne un corretto funzionamento.
Siamo quindi ben lontano, a distanza di 8 anni, da quel livello di assunzioni su cui la
Camozzi si era impegnata; di contro il livello occupazionale si è dimezzato e un numero
consistente di lavoratori sono fuori dal ciclo produttivo; Con l’aggravante che nel
frattempo però l’azienda ha smontato e portato via buona parte delle macchine principali in contravvenzione agli impegni assunti e in totale deroga agli accordi sottoscritti che, ci
preme ricordare, prevedevano la restituzione della fabbrica nelle condizioni originali
qualora Camozzi non fosse riuscita a rispettare gli impegni sottoscritti.
Come da voi promesso ci saremmo aspettati una maggiore attenzione e vigilanza che lamentiamo non essere stata attuata per cui la situazione vi rende responsabili al pari della CAMOZZI del fallimento del progetto; ricordiamo ancora che per il rilancio della INNSE Camozzi è stata favorita ricevendo gratis l’intero manufatto ed in più 10.000 m2 che sarebbero dovuti servire per la movimentazione dei prodotti.
Ci aspettiamo quindi un pronto intervento da parte vostra che non si limiti a manifestazioni di intenti ma ad una più assidua sorveglianza; riteniamo doveroso nel rispetto dei contribuenti che questa amministrazione si faccia carico seriamente di convocare le parti e dirimere la questione in modo pragmatico anche in sede di commissione consiliare.
Da parte nostra c’è tutta la volontà di collaborare affinché si venga a determinare una
tanto agognata soluzione per la salvaguardia dei diritti dei lavoratori rimasti e
soprattutto di una eccellenza dell’industria italiana e milanese.
Certi della Sua comprensione, restiamo in attesa di un Suo riscontro scritto.
Cordiali saluti
Simone Sollazzo
Gruppo Consiliare MoVimento 5 Stelle
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A proposito di questa lettera, sul sito della INSEE, è comparso questo commento:… “L’assessore ha sempre appoggiato la politica pseudoindustriale della Camozzi, politica che con il passare del tempo si rivela sempre di più vessatoria nei confronti di operai e impiegati della INNSE: 3 licenziati; 2 anni di cassa integrazione; lo smontaggio e la probabile vendita di importanti macchinari (7 dentatrici); un programmata installazione di un nuovo macchinario che non sta funzionando – la nuova macchina doveva entrare in funzione nel mese di luglio e garantire una produzione nella lavorazione dell’alluminio. Ma, ad oggi, è ancora lontanissima dall’essere attiva. La macchina utensile presenta seri problemi di lavorazione meccanica e non riesce a garantire le specifiche richieste dal cliente. Questa è la politica industriale della Camozzi a cui l’assessore Tajani ha sempre dato credito, scontrandosi apertamente contro gli operai e gli impiegati della INNSE.
Comunque la pensiate – se volete farvi un’idea potete leggere quanto abbiamo documentato in questi mesi INNSE – via Rubattino – loro: gli operai e gli impiegati della INNSE, da marzo di quest’anno, con tutte stagioni, stanno presidiando la fabbrica. E venerdì i licenziati i cassaintegrati e quelli che ancora lavorano, a mezzogiorno, faranno “sotto la tenda” il pranzo di Natale. A loro e a tutti Auguri.