LA DOPPIA BEFFA DI BUCCARI

Quasi 100 anni fa, durante la Grande Guerra; 3 MAS (Motoscafo armato silurante) della Regia Marina, nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 1918, entrarono nella baia di Buccari (in Croazia) e lanciarono 6 siluri contro 3 piroscafo da carico e uno passeggeri. Solo un siluro colpì il bersaglio, poiché i mercantili erano protetti da reti. Ma l’audace impresa ebbe il merito di evidenziare l’insufficienza del sistema di vigilanza austriaco che non solo non si accorse dell’arrivo dei MAS ma addirittura, non credendo possibile la presenza di unità navali italiane all’interno della baia, non apri contro di loro il fuoco quando fuggirono.
A suggello dell’impresa furono lasciate nella baia 3 bottiglie, infiocchettate con il tricolore, con all’interno un messaggio scritto da D’Annunzio, fatto che dette all’azione l’appellativo di beffa di Buccari.
Dall’anno passato sul cavalcavia Buccari, all’Ortica, vi sono una serie di lettere che formano delle parole. L’iniziativa di quelle scritte, pomposamente presentate come murales, già all’epoca non ci aveva convinto, considerato che erano state vergate da ragazzini e, tra l’altro, avevano scritto un’unica frase di senso compiuto: lo slogan allora di moda “je suis charlie”.
06 CONDIVISIONE JE SUIS CHARLIEUna slogan più grande di loro; riferimento all’attentato terroristico avvenuto qualche mese prima, a Parigi, nella sede del settimanale satirico Charlie Hebdo, per opera di simpatizzanti dell’ISIS.
Qualche giorno fa, mano ignota, ha osato prendersi beffa di Carmela Rozza, oggi assessore alla Sicurezza e Coesione sociale, e allora assessore ai Lavori pubblici e Arredo urbano, presente all’inaugurazione del “murales”, e ha cancellato quell’unica frase.
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2 risposte a LA DOPPIA BEFFA DI BUCCARI

  1. Anna ha detto:

    Sarebbe possibile sapere cosa ce scritto ora. Dalla foto none comprensibile.Grazie

    "Mi piace"

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