9 dicembre 1944 KASMAN SERGIO

Sergio Kasman

Kasman Sergio. Nato a Genova il 20.9.1920. Figlio di Ivan Kasman (poi italianizzato in Giovanni), ebreo di origine russa, e di Maria Scala di Torino. Sergente allievo ufficiale di Artiglieria, era in licenza a Genova quando fu proclamato l’armistizio. Aderisce alla Resistenza, con il nome di battaglia di Marco Macchi, nelle file dei servizi speciali diretti da Giuseppe Bacciagaluppi, detto Nino, uno dei capi del servizio informazioni, recupero e salvataggio dei prigionieri alleati evasi.
Nel marzo 1944 viene nominato, su indicazione di Ferruccio Parri, Capo di Stato Maggiore del Comando Piazza di Milano delle Squadre di Azione Patriottica nelle file di Giustizia e Libertà.
Nel luglio del 1944 si rende protagonista insieme ad altri 3 temerari di un’azione memorabile: la liberazione dal carcere di san Vittore di alcuni prigionieri: Giuseppe Baccigaluppi e Arialdo Banfi, dirigenti di Giustizia e libertà, e un ufficiale canadese di nome Patterson.
Di alta statura, fisico atletico e capelli biondo rossicci il comandante Marco indossata la divisa da SS, è persona credibile agli occhi dei carcerieri. Infatti, quando si presenta in piazza Filangeri, in divisa, per chiedere la scarcerazione di quei prigionieri alcuno nutre sospetti sulla sua identità e glieli consegnano.
Il 19 settembre 1944 Kasman si rende protagonista di un analogo episodio a Chiavari (Ge). Quella sera si presenta, con il nome di capitano Hans Gruber, nella sede del fascio repubblichino di Chiavari e chiede la consegna immediata di un prigioniero jude che deve trasferire alla sede della Gestapo a Milano. Il prigioniero liberato altri non è che Roberto Kasman suo fratello sedicenne.
Le sue imprese non passano inosservate come le sue caratteristiche fisiche. E’ ricercato, braccato e infine assassinato in piazza Lavater il 9.12 1944*.
A Sergio Kasman è stata conferita la medaglia d’oro alla memoria, con la seguente motivazione:
Comandante di formazione partigiana sui monti Lombardi; poi capo di stato maggiore del Comando piazza di Milano, per quindici mesi infaticabile nel colpire il nemico, ardente trascinatore nella dura lotta, guidò personalmente audaci colpi di mano che portavano alla liberazione di prigionieri politici incarcerati. Arrestato due volte, due volte sfuggiva alla morte e riprendeva con incomparabile ardimento il suo precedente incarico, sdegnando di accettare l’offerta di missioni in zone meno rischiose. Catturato una terza volta incontrava morte gloriosa consacrando il supremo sacrificio al suo sogno di giustizia e di libertà. Milano, 9 settembre 1943 -9 dicembre 1944.

Roberto-Kasman
Il 20 aprile 2015, nella sala del Consiglio del comune di Chiavari, durante la presentazione del programma per le celebrazioni dei 70 anni dalla Liberazione era presente, in qualità di Presidente dell’ANPI di Chiavari, Roberto Kasman che per la prima volta portava, da quando era stata conferita al fratello Sergio, la medaglia d’oro al valore.

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Lapide posta in piazza Lavater il 9 dicembre 1945

Al cimitero Maggiore (Musocco) di Milano, nel campo 64, vi è tumulata la sua salma.

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* Il 22 aprile 2005 il Corriere della Sera riporta la testimonianza di chi assistette inconsapevole al suo omicidio.
“LA STORIA
Colpi di mitra in piazzale Lavater. I bambini del ’44 e la Resistenza

« Desidererei un sedativo – mi chiede il nuovo paziente over 65 – se possibile » . Di fronte a tanta prudenza lo guardo curioso. « Mi capita solo di questi tempi – mi spiega lui – . E’ legato a un fatto di quando ero bambino. Il 9 dicembre 1944. La mamma ed io ci recavamo da zia Bice, dove sapevamo di trovare da mangiare. La fame era terribile quanto le bombe. Attraversato corso Buenos Aires, prendemmo il lato sinistro di via Omboni. Ci sorpassarono a passo spedito un ufficiale e un milite di Salò. I due entrarono nel bar all’ angolo con via Spallanzani, ma ne uscirono subito, riprendendo la loro marcia veloce. La mamma intuì qualcosa di drammatico nell’ aria e continuava a strattonarmi per poter lasciare una certa distanza fra noi e i due. Questi, una volta in piazzale Lavater, entrarono nel negozio di materiale elettrico di via Ramazzini » . Ecco allora una sequenza rapida e mozzafiato. « La mamma e io dietro un grosso albero. Da un’ uscita del negozio sbucarono due uomini in borghese che iniziarono a correre per attraversare il piazzale. Dietro apparve anche l’ ufficiale che impartì un ordine ai militi di guardia alla scuola di via Stoppani. Una raffica di mitra e uno dei due interruppe la corsa e cadde a terra. L’ altro, che indossava un impermeabile, fu messo con le mani in alto contro il muro del palazzo. Risultò poi essere una spia. Un camioncino cinquecento con la réclame del bambino che si lecca le dita con il burro Optimus arrivò all’ improvviso, come se fosse stato da tempo in attesa. Scesero due uomini e caricarono l’ ucciso. Nel silenzio, il tonfo lugubre di quel corpo. Ripartirono veloci. ” Che cosa è successo, mamma?”, chiesi nonostante l’ evidenza. ” Un giorno, capirai – mi rispose lei – . Adesso, svelto, via di qui!”. A casa di zia Bice nessuno aveva voglia di mangiare, ma alla fine la fame vinse » . « Arrivò la primavera dell’ anno dopo e ci fu la Liberazione, ma io avevo sempre il pensiero a quel 9 dicembre. La mamma se ne rese conto emi spiegò che l’ uomo aveva combattuto contro la dittatura e che il suo sacrificio aveva permesso a tutti di vivere meglio. Già, mi chiesi più volte, e perché a lui no? Da allora, in questo periodo mi reco riconoscente in piazzale Lavater dove una targa, aggredita dallo smog, ricorda Sergio Kasman, comandante delle formazioni Giustizia e Libertà. Ma quella raffica di mitra, la caduta a terra dell’ uomo nel silenzio cupo, il camioncino che si allontana, mentre tutto ritorna come prima, mi agitano e mi tolgono il sonno » . Il nuovo paziente tace e aspetta. Gli porgo la ricetta già pronta con il sedativo che desiderava. LA FAME La fame era terribile. Mamma ed io andavamo a cercare da mangiare da zia Bice LA PAURA Un ufficiale impartì l’ ordine di sparare Un uomo in borghese cadde a terra colpito
Conconi Giorgio
Pagina 50
Il-cacciatore-di-GiustiwNel 2010 è uscito un libro scritto da  Ugo G. Pacifici Noja, avvocato e dottore di ricerca in Storia Sociale nell’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi e
Silvia Pacifici Noja Maiocchi, poetessa, che riporta un capitolo dal titolo: IL POETA PARTIGIANO: SERGIO KASMAN
(pag. 119 -125).

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