Con lo sviluppo della città la famiglia Ingegnoli, noti vivaisti milanesi, nell’800 aveva molti terreni tra il Corso Buenos Aires e l’attuale Stazione Centrale. Sul finire del secolo spostò la propria attività verso Lambrate. Il vivaio principale era alla Cascina Melghera, di cui abbiamo parlato recentemente causa caduta parziale del tetto del fienile (Vd). I nuovi terreni posseduti dalla famiglia Ingegnoli, intorno alla cascina, si estendevano su 44 ettari. Erano ricchi di laghetti, anche artificiali, perché vi erano delle cave. Verso la fine degli anni ’20 del secolo scorso – all’incirca dove oggi v’è il giardino Marisa Bellisario (Piazza Udine – via Ronchi) – venne realizzata, dismessa una cava, intorno al laghetto artificiale, una struttura chiamata Miralago. Era un luogo di ricreazione e svago ove si poteva noleggiare una barca, bere una birra o mangiare, prendere il sole o ballare. (Per intenderci era un po’ come il laghetto di Redecesio anni ’60).
Nel 1926 un gruppo di tennisti denominato Tennis MonteRosa, prese in affitto dalla proprietà Ingegnoli, sulle rive del Miralago, un terreno e vi costruì la sede sociale. Durante la guerra il Miralago venne confiscato dai tedeschi che vi misero un distaccamento dell’organizzazione Todt, fondata nel 1933 dall’ing. e militare nazista Fritz Todt. E se alcuni abitanti dell’ex comune di Lambrate vi lavorarono per evitare la deportazione in Germania non è ancora stato stabilito se i soci del Tennis MonteRosa, come se niente fudesse, continuarono a praticare il loro sport sulle rive del laghetto. Di certo nel 1945, proprietaria del terreno su cui sorgeva il Tennis MonteRosa era la società Ledoga-Lepetit, e i vecchi tennisti ritennero opportuno mutare la denominazione del club in Tennis club Miralago e stipularono una convenzione con la nuova proprietà. Sei anni dopo i soci pensarono bene di cambiare nuovamente il nome del loro sodalizio che divenne Tennis Club Ambrosiano. Il boom economico e il prosciugamento del Miralago fecero della zona su cui sorgeva il Tennis Club Ambrosiano area appetibile all’edificazione. Il Tennis Club Ambrosiano (Vd.) venne perciò sfrattato e andò ad occupare – tramite una convenzione con il Comune, nuovo proprietario dei terreni prossimi alla cascina Melghera -un’area di 25.000 mq. (che di convenzione in convenzione sono diventa molti di più). La nuova sede è stata inaugurata il 25 maggio 1963.
P. S. A seguito del commento del dr. Francesco Ingegnoli e grazie alla documentazione fornitaci siamo ritornati sull’argomento con un nuovo articolo (A proposito dell’occupazione tedesca del Miralago)
Sono felice che qualcuno ricordi ancora il glorioso “Miralago”. Le notizie sono esatte tranne che tutta l’area interessata dai tennis e’ rimasta della mia famiglia sino agli anni 70 e il riempimento del lago,dopo il 1945, fu deciso dalla mia famiglia in quanto quel luogo durante l’occupazione dell’esercito tedesco era diventato luogo di sepoltura di partigiani trucidati per rappresaglia e certamente non poteva più tornare ad essere un luogo di svago.
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Grazie per le precisazioni.
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Vorrei chiedere: Il dr Ingegnoli dice che l’area dove c’era il tennis è rimasta di proprietà della sua famiglia fino agli anni 70. Come è possibile? Nel 1968 stava già costruendo la Edificatrice Prosperitas (proprio nel punto esatto dove c’era il tennis) per realizzare le case che vediamo oggi.
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La cooperativa Prosperitas di cui mio padre fu amministratore costrui’ in Via Ronchi 39 (dove attualmente c’e’ la pasticceria Ungaro) e in via Pordenone. Sull’area ex Ingegnoli ceduta al Comune nel 1980 fu edificato il Commissariato di Polizia e prolungata la via Maniago fino a Via Feltre. Allora ero vice presidente del Consiglio di Zona e ricordo bene.
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Rileggendo l’articolo ho notato un errore che forse può aver causato un equivoco: non mi risulta assolutamente che i campi da tennis ex Monterosa poi affittati al tennis club Ambrosiano siano diventati di proprietà della Lepetit infatti i campi furono presi in affitto mi sembra negli anni 60 dallo Junior tennis e la proprietà era sempre nostra poi ,a seguito di una divisione a lotti tra i 5 eredi di Paolo Ingegnoli morto nel 1935, cominciarono le vendite e le edificazioni ma l’ultima area di circa 16.000 mq. Tra le vie Feltre, Bellincione e Piazza Udine è stata da me ceduta al Comune di Milano negli anni 80. Sono passati ormai molti anni e le chiedo scusa per qualche imprecisione
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