I caduti del Comune di Lambrate, annesso nel 1923 a Milano, morti nella Grande guerra furono 114. Per ricordarli fu creato il Viale delle Rimembranze di Lambrate.
Ma, contrariamente a quanto avvenuto in altri luoghi, dove al posto di un monumento a ricordo dei caduti è stato realizzato un viale alberato e ogni pianta era a memoria di un caduto, a Lambrate il viale non fu alberato: lungo il suo asse venne sfruttato un rondò realizzato quale capolinea dei tram
e su di esso furono piantati 114 platani.
Sulla facciata della ex scuola elementare Maroncelli lungo il Viale, non sul rondò, vi sono due lapidi che riportano i nomi dei caduti, non tutti leggibili perché al solito, le corone messe annualmente ne impediscono la vista.
Passati gli anni i platani sono cresciuti ma alcuni sono inevitabilmente morti. E poiché quel luogo della memoria a chi lo attraversava, passati gli anni, non evocava il significato di quei platani il Consiglio di zona 3, nel 2005, decise di ripristinare, sui tronchi dei platani, le targhette con il nome dei caduti, indicandoli anche in carattere Braille. Peccato che delle 114 targhe ne siano rimaste 16.
Quanto ai platani alcuni, prossimi ai 100 anni, hanno la loro placca metallica che numericamente li contraddistingue; quelli abbattuti sono stati sostituiti: senza targa. Ignominiosamente in luogo della targa di un caduto, in alcuni casi, platani vecchi o nuovi sostengono cartellonistica stradale a dimostrazione che l’esempio vien dall’alto. Da ultimo la sorpresa dell’estate è che alcuni dei frequentatori dello spazio centrale al “Viale” hanno deciso di dare un nome all’estemporaneo “giardino” da loro realizzato e l’hanno chiamato Social Street Lambrate:
“abbellendo” involontariamente un altro cartello che fa bella mostra di sé.