31 luglio LE STIMMATE DEI SINDACI DI MILANO: FARE IL FEDERATORE

Alla vigilia delle ultime elezioni l’ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, si mise in testa di essere un leader del centrosinistra e fondò il Campo Progressista, insieme a Boldrini, Grasso, Lerner, Tabacci, Landini e Zingaretti. Tentò l’epica operazione di federare le varie forze politiche italiane di sinistra. Il Campo Progressista è durato dal 14 febbraio al 6 dicembre 2017. Pisapia nel 2019 è diventato membro del Parlamento Europeo.
Oggi il successore del sindaco Pisapia, Giuseppe Sala, non avendo il pedigree del suo predecessore – nel 2009, sindaco Letizia Moratti, assunse l’incarico di direttore generale del comune di Milano, e li rimase per un anno e mezzo, fino a giugno 2010 – nel 2020, costretto a diventare sindaco per un secondo mandato, dopo che aveva tentato di riciclarsi per un ruolo di manager o politico, ha spacciato la sua rielezione come un trionfo senza dire che: la metà dei milanesi non ha partecipato all’elezioni e solo un quarto degli elettori lo ha scelto.
Dotato di grande autostima, al pari di Pisapia, si è convinto di avere i numeri per un ruolo di politico nazionale; di poter fare meglio del suo predecessore “il federatore”.
Lo fa in maniera soft. Per ora non molla la poltrona di sindaco e fa il leader di un “partito dei sindaci” che non c’è.
Quanto valgano le parole di Giuseppe Sala lo sa chi ricorda la sua adesione ai Verdi Europei; mai avvenuta.
Per non farsi rimpiangere durante la calura estiva Sala ha ordinato la chiusura delle fontane cittadine (che funzionano con il riciclo dell’acqua); ha sospeso l’innaffiamento del verde pubblico provocando la morte di centinaia di piante. Scelta scellerata perché a Milano vengano prelevati dai pozzi di prima falda e buttati nel depuratore circa 50 milioni di metri cubi d’acqua,  altrimenti il metrò si allaga.
Il consigliere  del comune di Milano Carlo Monguzzi ha detto “lo avesse fatto una giunta di destra, ci sarebbero in piazza gli ambientalisti, i verdi, la sinistra a chiedere le dimissioni dei responsabili di questo disastro.
Ma lo ha fatto Sala” e lui, coerentemente, il posto di consigliere se lo tiene stretto,” dunque nessuna protesta. Solo parole.

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