18 agosto CHI E’ GABRIELE MARIANI CANDIDATO SINDACO DELLE LISTE “MILANO IN COMUNE” E CIVICA AMBIENTALISTALISTA”

Articolo apparso sul Corriere della Sera online il 17 agosto di Maurizio Giannattasio

Elezioni Milano, chi è Gabriele Mariani: l’ex dem deluso ultrà ambientalista
Il candidato sindaco di Milano in Comune e di Civica AmbientaLista, 58 anni, doppia laurea, riceve il passaggio di testimone da parte di Basilio Rizzo: «Basta speculazioni, lo stadio di San Siro da salvare»

Sulle spalle porta un’eredità preziosa. Gabriele Mariani, candidato sindaco di Milano in Comune e di Civica AmbientaLista, ex Pd deluso, ne è consapevole. Sarà lui a ricevere il passaggio di testimone da parte di Basilio Rizzo che dopo 38 anni di battaglie dà il suo addio a Palazzo Marino. «Farò tesoro del suo lavoro e dei suoi consigli». Con una differenza. Rizzo ha sostenuto che al ballottaggio si vota per impedire ciò che non si vuole. «E io non voglio che torni il centrodestra», aveva detto a titolo personale nell’ultima tornata elettorale. «Sul secondo turno, a differenza di Basilio, — dice Mariani — non darò indicazioni di voto per nessun candidato. Il nostro elettorato è maturo e consapevole con saldi valori antifascisti. Quindi è libero di votare o di non votare Sala».

Nato a Milano, cinquantotto anni, doppia laurea in Ingegneria e Architettura, unito civilmente con suo marito che conosce da dieci anni, Mariani ha incontrato tardi la politica che gli si è presentata nel 2009 sotto la forma di candidatura di Ignazio Marino alle primarie del Pd. Detto fatto. Mariani, per una curiosa curva del destino, si iscrive al circolo della Pallacorda, lo 02Pd, quello «glamour» e super-renziano, ma soprattutto quello vicino a casa. Tra i suoi iscritti Pietro Bussolati, Lia Quartapelle e Pierfrancesco Maran. Proprio quest’ultimo, con la sua politica urbanistica, è stato uno dei motivi che lo ha spinto a candidarsi in alternativa a Beppe Sala. «La mia priorità è cambiare il piano di governo del territorio. Non abbattere San Siro che, come è stato dimostrato si può ristrutturare senza permettere una speculazione edilizia e bocciare l’accordo sugli scali che regala un miliardo di plusvalenze alla Ferrovie». Insomma, rivoltare come un calzino la politica urbanistica di Sala e Maran.

Andiamo con ordine. Mariani si fa le ossa come presidente della Commissione urbanistica del Municipio 3. Spesso in direzione ostinata e contraria rispetto alla volontà di Palazzo Marino quando al timone c’era la giunta di Pisapia. Le sue sono battaglie sul territorio, condivise con i cittadini e i comitati. Più di una volta hanno portato alla bocciatura da parte del Tar di progetti promossi dal Comune. «Abbiamo sempre avuto un atteggiamento positivamente critico rispetto ai pareri della commissione comunale e ho sempre cercato di condividere con tutti i cittadini i cambiamenti della zona».

Il filo si spezza definitivamente quando Mariani organizza una tre giorni su Expo e Zona 3, criticando aspramente quelle che a fine 2015 erano solo voci, ossia il trasloco della Statale da Città Studi a Expo. «Da lì — dice — è iniziata la sharia del Pd nei miei confronti». Per non farsi mancare niente, Mariani nello stesso anno critica l’accordo sugli ex scali ferroviari e ciliegina sulla torta arriva il rinnovo delle presidenze dei municipi. «Tre circoli su quattro, mi indicano come candidato presidente. Sa qual è l’unico che si è opposto? Il mio». Addio Pd. Il passato si ferma al 2016.

Da lì parte il nuovo presente e la nuova avventura politica. Le priorità: «Ho raccolto l’eredità del lavoro fatto dal 2016. Mi sono impegnato contro l’abbattimento dello stadio di San Siro, contro il nuovo accordo sugli scali ferroviari, contro la finta riapertura dei Navigli». Per Mariani il «re Sala è nudo», ma non vuole passare per l’uomo del no a tutti i costi. «A Milano che ci sia questa voglia di investire è molto positivo, il problema è che abbiamo una classe politica che nelle migliori delle ipotesi è incapace». Good luck.

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