A 100 anni dalla sua fondazione la società Borio Mangiarotti spa ha firmato tra l’altro, con Sammontana spa, il preliminare d’acquisto dell’area della ex sede dello spaccio Galbusera e, complessivamente, ha messo gli occhi su un’area di 18mila mq nel quadilatero tra: via Casasco – attualmente chiusa – via Bistolfi, via Priorato e via San Faustino, con anche un affaccio su via Trentacoste.
Nelle intenzioni del ceo di Borio Mangiarotti Spa sull’area verrà sviluppato un insediamento residenziale di 250 appartamenti.
Che l’area sia da tempo dismessa è un fatto. Che la “riqualificazione” della zona debba passare dalla edificazione di edifici residenziali, come ha scritto qualcuno “perché lo richiede il mercato” è opinabile considerato che per entrare in città i nuovi abitanti dovranno passare – come tutti i residenti che si trovano altre la massicciata della ferrovia – le forche caudine dei sottopassi di via San Faustino e/o di viale delle Rimembranze di Lambrate.
Alla faccia della lungimirante sostenibilità ambientale vi saranno solo code interminabili di auto e inquinamento a meno che il problema non sia parzialmente risolto dal costruttore che oltre alle chiavi degli appartamenti donerà ai compratori bici, monopattini e auto elettriche.
Ovviamente ringraziamo la Giunta di Milano – a cui la pandemia non ha insegnato niente – e, lungimirante, pensa sempre che la riqualificazione urbana passi attraverso la costruzione di case, case, case e non, per esempio, di scuole medie che mancano in zona, o di nuove piccole linee metropolitane come quella che collega la stazione della metropolitana di Gobba all’ospedale San Raffaele, fatta costruire della “buon anima” di don Verzé.
Insomma c’è la linea 2 della metropolitana ci sarà la linea 4 della metropolitana perché non collegarle con una piccola linea metropolitana pagata con gli oneri di urbanizzazione dei costruttori/rigeneratori?
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