DHL è una società nata a Filadelfia, nel 1969, e acquistata prima per quote e poi totalmente, nel 2002, dalla Deutsche Post. E’ quindi la posta tedesca che, come si usa dire oggi, fa lavorare la manodopera italiana. Forse. Chissà se ha chiesto dei finanziamenti al governo come FCA? Non lo sappiamo. Ma che importa, forse lo hanno chiesto anche le Poste Italiane! Il virus non conosce confini e la posta tedesca avrebbe dovuto recapitarmi un pacco, speditomi da Napoli, entro la giornata odierna.
Così oggi mia moglie ed io abbiamo aspettato che il corriere, a suo piacere, arrivasse.
Alle 15.28, in sua vece, è arrivato un sms che, con tono confidenziale, informava: Oggi abbiamo tentato la consegna della spedizione XXX ma non eri in casa.
Non ci eravamo alzati dal divano: bella giornata!
Puntiglioso, ho cercato di mettermi in contatto con DHL Exspress.
Il contatto è avvenuto tramite chat.
cvs_silvana: buongiorno
IO. …Ho appena ricevuto un sms ….
cvs_silvana: verifico, attenda prego
cvs_silvana: posso far consegnare domani
cvs_silvana: segnalando che oggi eravate comunque presenti
IO: No guardi non sono passati. In tempo di coronavirus non si va molto in giro. Essere presi in giro non è gradevole. Noi ci siamo organizzati per avere entro oggi la consegna, Non vedo, poiché la giornata è ancora lunga, perché chi doveva venire da noi non si prende la briga di farlo secondo quanto convenuto
cvs_silvana: per oggi non è possibile far tornare il corriere, mi spiace
cvs_silvana: posso solo far consegnare domani
cvs_silvana: ovviamente segnalo quanto mi riferisce
IO: E domani quando può venire il corriere entro la giornata o in un orario meno vago?
cvs_silvana: provo a richiedere mattina o pomeriggio,. ma non è garantito
IO: Cosa non è garantito ?
cvs_silvana: che passi mattina o pomeriggio, in base a quello che mi chiede
cvs_silvana: ma il corriere di zona farà il possibile
IO: mi dica lei quando passa mattina o pomeriggi e mi organizzo
cvs_silvana: non so garantirle quando, mi dica lei quando preferisce
IO: mattina
cvs_silvana: ok lo segnalo
IO: E se non viene il mattino me lo segnala o aspetto tutta la giornata?
cvs_silvana: aspetta tutta la giornata
cvs_silvana: o ci contatta qui in chat
cvs_silvana: per avere notizie
cvs_silvana: posso aiutarla per altro?
IO: No allora facciamo il pomeriggio così mezza giornata la salvo. Quando inizia il pomeriggio per voi
cvs_silvana: ho chiuso la richiesta indicando mattino
cvs_silvana: sia cortese, non posso correggere
cvs_silvana: intanto le ripeto non è garantito
IO: Posso venire a ritirarlo da voi?
cvs_silvana: se vuole a partire da domani, ma deve attendere conferma dai colleghi, e in caso devo annullare la precedente richiesta e inserirne una nuova
IO: Dove debbo venire. Non vorrei che fosse a Napoli
cvs_silvana: Redecesio di Segrate
cvs_silvana: cambio la richiesta quindi?
IO: Redecesio mi sta bene può essere più precisa
cvs_silvana: Via Cuneo, 3
cvs_silvana: lo inserisco?
IO: Da che ora?
cvs_silvana: 8,30-13 e 14-19
cvs_silvana: ma deve prima attendere la conferma
cvs_silvana: come le dicevo
IO: Me la confermi
cvs_silvana: ho inserito la richiesta
cvs_silvana: posso aiutarla per altro?
IO: Ci si vede domani
cvs_silvana: grazie a lei per aver contattato DHL e buona giornata
cvs_silvana: Spero di esserti stato di aiuto oggi. Per cortesia ricontatta un nostro specialista DHL nel caso necessitassi di ulteriore assistenza

Sede di Redecesio
Qualcuno dirà: dovevi contattare lo specialista!
Ma per che cosa? Per assistenza medica, sociale, psicologica, per alzarmi dal letto, mangiare, leggere, scrivere in chat! Domani vado a vedere il laghetto di Redecesio, mi sgranchisco un po’.
Ma se la prossima volta mi dicono che usano DHL li inviterò a cambiare corriere!
P. S. Stamane mi ha chiamato DHL per chiedermi se andavo io o venivano loro in mattinata. Sono arrivato alle 11.45 e chi mi ha consegnato il pacco non era un indoeuropeo.
Mi è venuto in mente un articolo pubblicato oggi sul Fatto Quotidiano relativo a come la Germania sottopaga i dipendenti dell’EST.
Voglio tornare giovane come il Turritopsis
Caromaiale I focolai di Covid nelle fabbriche della carne fanno riemergere i problemi della filiera: dipendenti dell’Est sottopagati e stipati in piccole case per abbattere i costi
C’è un simpatico e affascinante animaletto chiamato T urrito psis Dohrnii. È una medusa di piccolissime dimensioni, 3,2 mm di diametro per l’individuo adulto. A scoprire la straordinaria e affascinante particolarità della Turritopsis fu un biologo tedesco, Christian Sommer, che alla fine degli anni 80 stava facendo delle ricerche nel mar di Rapallo, anche se questa medusa è originaria del Pacifico.
C’è puzza di bruciato nell’industria della carne tedesca. E non è odore di grigliata. La diffusione del Covid-19 nella filiera in Germania ha fatto emergere questioni mai risolte sullo sfruttamento del lavoro di cittadini comunitari dell’Europa dell’Est. Nel Paese che si vanta a buon titolo di garantire un salario minimo di 9,35 euro l’ora, i lavoratori rumeni e bulgari degli stabilimenti dove si tratta la carne arrivano a essere pagati anche un ottavo rispetto al minimo, in virtù di regolari contratti di subappalto.
Una scelta funzionale al fatto che nei supermercati tedeschi sia possibile comprare carne a prezzi eccezionalmente bassi. Un chilo di maiale viene venduto all’ingrosso per 1,92 euro, riferiva l’altro ieri Bild. aggiungendo che, in media, ogni tedesco nel 2019 ha mangiato 59,5 chili di carne, in massima parte di maiale. “La cotoletta” deve restare economicamente “accessibile”, ha detto martedì l’esponente della Linke, Dietmar Bartsch in polemica con il leader dei Verdi, Robert Habeck, che invece rivendica un prezzo minimo per la carne: “Se chiediamo agli agricoltori un buon lavoro, il benessere degli animali e la protezione del clima, allora dobbiamo pagarli”.
INTANTO QUELLO CHE arriva dagli stabilimenti di macellazione è un bollettino di guerra: a Coesfeld, in Nordreno-Westfalia, gli infettati per coronavirus sono 260; a Bad Bramstedt in Schleswig-Holstein 264; nella fabbrica di Dissen vicino Osnabruck in Bassa Sassonia sono 92, e a Birkenfeld nel Baden- Wuerttemberg sono arrivati a 400. Nel mirino delle polemiche ci sono le carenti misure sanitarie nelle fabbriche, le precarie condizioni in cui vivono i lavoratori, stipati in mini-appartamenti per risparmiare sull’affitto, orari di lavoro extra-large e stipendi “a volte anche di 1,70 euro l’ora ”, racconta Andrea Fink- Kessle, presidente dell’Associazione degli agricoltori per la lavorazione artigianale della carne, a Deutschlandfunk. Tutti problemi che fanno capo a un’unica grande questione: i contratti di subappalto nella filiera. Funziona così: dalla Danimarca arrivano in Germania i maiali pronti per la macellazione, spiega Fink-Kessle, perché il costo orario oltreconfine è minore. Lì la ditta appaltatrice incassa il prezzo pieno, 13-15 euro all’ora, ma invece di svolgere il lavoro, lo subappalta per 10 euro, con un regolare contratto. Il subappaltatore fa altrettanto finché il salario orario si riduce a cifre minime. “Questo permette ai macelli di eludere completamente la loro responsabilità per le condizioni di lavoro”, dice Johannes Jakob della Confederazione tedesca dei sindacati (Dgb). “L’azienda subappaltatrice – continua Jakob – non ha un contratto collettivo e un consiglio di fabbrica e quindi paga meno e lascia lavorare i dipendenti più a lungo”. Il problema è noto da anni. Nessuno politico di vecchia data “può fare finta di non sapere che nell’industria della carne spesso abbiamo a che fare con condizioni precarie nella situazione lavorativa e abitativa dei lavoratori a contratto dell’Europa dell’Est”, ha detto il ministro della Salute del Nordreno-Westfalia Karl-Josef Laumann. Sotto la pressione mediatica il governo tedesco è corso ai ripari e ha approvato in consiglio dei ministri il “programma di salute e sicurezza del lavoro nell’industria della carne” per limitare i contratti di subappalto e raddoppiare le multe da 15.000 a 30.000 euro. Già, ma come sono avvenuti finora i controlli?
“LE VERIFICHE SI FANNO, tranne eccezioni, a voce a distanza o in forma scritta”, ha detto la ministra della Salute della Bassa Sassonia, Carola Reimann, in risposta a un’interrogazione dei Verdi, riporta Taz. Tradotto: i controlli si sono fatti via telefono o via email. L’agroalimentare è tra i primi 5 settori industriali in Germania, con oltre 620mila lavoratori, un giro di affari da circa 179,6 miliardi e un export da 60,1 miliardi di euro, secondo il Bve. Oltre tre quarti dell’export del settore alimentare finisce in Olanda, Francia e Italia, secondo dati del ministero dell’Economia. Basta questo per capire che la lobby dell’alimentare è molto influente nel paese. Clemens Toennies, il discusso imprenditore del maggiore gruppo della carne in Germania e patron della squadra di calcio Schalke 04, respinge la condanna generalizzata alla filiera. “Otto settimane fa ci è stato chiesto di continuare a lavorare durante la chiusura, proprio come gli ospedali, le case di cura e i fornitori di energia”, ha detto il portavoce dell’azienda. “Il rischio” era nella cose. È venuto il momento di ricambiare.