PER CHI AMA LA ZONA 3: LA NASCITA DI PORTA VENEZIA E IL PUNTIGAM

Nel 1932 Milano era, dopo Roma, la città più popolosa d’Italia con poco meno di un milione di abitanti. Il salto demografico maggiore lo fece 50 anni prima quando si addormentò una sera con 210.000 abitanti e si destò la mattina dopo con 280.000.

Ciò non dipese da una immigrazione di clandestini ma da un piccolo colpo di Stato amministrativo che si chiamò annessione dei Corpi Santi, questione che si trascinava da molti anni e che il Comune, con l’appoggio del Governo, si decise di risolvere perché a quell’epoca la città finiva, agli effetti della riscossione del dazio consumo, verso oriente, a porta Venezia (così denominata dal 1860 ma ancora percepita come porta Orientale).

Chi abitava oltre porta Venezia era considerato appartenente al territorio dei così detti Corpi Santi. Della qual cosa non si dispiaceva per non rinunciare al privilegio dell’esenzione fiscale. Ma, come detto, alle polemiche fra “cittadini” e “corpisantini” pose fine il “colpo di Stato amministrativo” che permise di togliere via le sperequazioni; rinforzare le finanze comunali e rendere possibile lo sviluppo del territorio dell’antico Lazzaretto e la fisionomia del quartiere verso Loreto. Venne poi la costruzione dei caselli daziari e quello fu il segno del rinnovamento completo.

Il lungo viale alberato che si protendeva fino al rondò di Loreto aveva ancora l’aspetto di una larga strada di campagna.

Giuseppe Canella – Lo stradone di Loreto. 1835

Ma su quel viale, nel 1887, sorse il grande palazzo, recentemente restaurato, voluto dall’ing. Ferdinando Luraschi. Risultò essere tra i primi manufatti realizzati in Italia in cemento armato. Crebbe rapidamente su un’area di 1000 mq ad opera del capomastro Angelo Galimberti.

Procede la demolizione del Lazzaretto e contemporaneamente sorge palazzo Luraschi

Comprendeva circa 150 ambienti diversi; una ventina di appartamenti e a pianoterra 15 vani di negozi. Gli appartamenti furono messi in vendita, il che rappresentò una novità per quell’epoca. Inaugurato nel 1889 divenne la più alta delle costruzioni private di Milano. A renderlo ancora più elevato contribuivano, sull’attico, numerose statue di 3 metri d’altezza.

In seguito le stesse furono sostituite perché si ritennero un pericolo e furono sostituite con dei vasi anch’essi in cemento. Il palazzo fu anche il primo ad infrangere la regola della “Servitù del Resegone”, la quale impediva di progettare edifici che superassero i tre piani, in modo da lasciare libera la vista delle Prealpi e del monte nella Bergamasca a chi usciva da Porta Orientale.

Nei locali d’angolo, al piano terreno del palazzo, fu aperto il ristorante/birreria Puntigam, la cui presenza si protrasse per un quarantennio. Il locale subito stupì per la vastità dei suoi ambianti; per quel salone lungo 36 metri decorato dal pittore Vals con putti, fasce e trionfi, cancellati in seguito dal tempo e dal fumo. Il primo gestore fu Anselmo Colombo che già conduceva il caffè dell’Accademia in piazza Scala. Il ristorante divenne noto per via di una serie di banchetti elettorali che raccolsero un’affezionata clientela divisa da ragioni politiche o amministrative ma pronta a frammischiarsi dal momento che si poteva mangiare e bere in buona compagnia.

Il partito urbano si era accampato in casa del partito suburbano e da quel luogo furono catapultati in parlamento gli avvocati Luigi Rossi e Giuseppe Mussi.

Il tempo trascorse. Gli animi si sopirono. Le sole ostilità erano quelle intorno ai biliardi di cui i saloni del piano superiore erano pieni. L’armonia si compose con le prime orchestrine comparse a Milano. I nuovi proprietari fecero venire da fuori bande musicali, specialmente dall’Abruzzo. L’estate quei concerti raccoglievano folle di consumatori seduti ai tavolini sotto gli alberi – ancora non v’era il Diurno – nello spiazzo antistante e intorno si formava una festosa corona di ascoltatori a sbafo sbucati dal quartiere di porta Venezia.

Poi il tempo ha travolto uomini e cose.

Dopo la guerra il Puntigam passò a nuova gestione, lo stabile fu oggetto di molti trapassi di proprietà. E nel 1932 Il Puntigam, chiese i battenti; tempi erano cambiati.

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