Tra le 65 proposte della I° edizione dell’OPEN HOUSE MILANO alla (ri)scoperta dell’architettura, dopo avere optato per la visita guidata al II° Quartiere operaio costruito a Milano dalla Società Umanitaria, in viale Lombardia, abbiamo fatto due passi e siamo andati in via Sacchini 18, in una di quelle vie che da piazzale Loreto si snodano perpendicolari a via Porpora, formate da casette/villette, oggi si direbbe a schiera, ma ognuna con fisionomia diversa, che quasi mai superano i 3 piani di altezza e formano perimetri che all’interno racchiudono giardini privati.
Il fronte della casa è stato rifatto di recente. Alla fine del secolo scorso e fin quasi alla fine del primo decennio di questo vi era un elettrauto. La casa, costruita un secolo fa, durante la II° Guerra mondiale, a causa dei bombardamenti dell’aviazione inglese è rimasta danneggiata: tetto scoperchiato e ultimo piano crollato.
Gli attuali proprietari sono stati meno inglesi degli inglesi: la casa l’hanno rivoluzionata! Al piano strada oltre l’uscio che da accesso: al giardino al bed end brefast (3 camere) all’abitazione privata al terrazzo e al solarium v’è l’entrata alla galleria d’arte.
In occasione dell’Open House Milano vi sono esposte le opere degli oltre 20 artisti che la Galleria ha ospitato nei suoi 3 anni di attività.
Informati sulla genesi di questo edificio abbiamo fatto un viaggio in un altro modo: dall’alto verso il basso!
P. S. se cliccate su una immagine potete vederla ingrandita