22 gennaio Incontro pubblico: PARCO MEDIA VALLE LAMBRO 2.0 viaggio verso un parco metropolitano

PARCO MEDIA VALLE LAMBRO
L’Italia con Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale (G.U. n. 88 del 14 aprile 2006) ha recepito la Direttiva dell’Unione europea 2000/60 che indica nel 31 dicembre 2016, la scadenza per verificare i risultati delle azioni di tutela e riqualificazione dei corpi idrici dell’Unione, e indica che tutti i corpi idrici debbano raggiungere lo stato ecologico “buono”…
Tale Direttiva prevede altresì che, per quelli la cui situazione è molto problematica per la presenza di forti pressioni antropiche (ovvero forti interventi realizzati dall”uomo sull’ambiente naturale, al fine di modificarlo e manipolarlo), l’Unione Europea può accettare delle deroghe temporali purché siano debitamente motivate.
Il fiume Lambro, per l’estensione del suo bacino, è considerato un corpo idrico significativo naturale e come tale è incluso nei piani di tutela e recupero.
A motivo di ciò la regione Lombardia con legge regionale 18/2006 ha modificato la Legge regionale 12 dicembre 2003 e prima ancora che l’Italia recepisse la direttiva dell’Unione ha approvato il PTUA (Programma di Tutela e Uso delle Acque) con Deliberazione n. 2244 del 29 marzo 2006.

Si da il caso che chi nel 2006 ha redatto il PTUA, col sostegno dell’Autorità di Bacino del Po al quale il Lambro appartiene, ha pensato, sulla base della considerazione che a sud di Monza il territorio è fortemente antropizzato, di utilizzare la possibilità data dalla Direttiva europea (deroga temporale al raggiungimento di uno standard qualitativo delle acque buono) e si è prefisso di raggiungere per il tratto a monte di Monza l’obiettivo “buono” accontentandosi di quello “sufficiente” per gli altri tratti.
A seguito di quella scelta sono stati avviati progetti poco ambiziosi.
Sei anni dopo, il 20 marzo del 2012, l’intervento principale previsto, finanziato in larga parte dalla Regione con un budget di circa 158 milioni di euro, è stato riassunto nel Contratto di fiume del Lambro settentrionale che è bene sottolinearlo è stato firmato, tra gli altri, dalle province di Como, Lecco, Monza Brianza, Milano e Lodi, e anche da Legambiente Lombardia.

Ma date le premesse sopra indicate per il Lambro a sud di Monza non è prevedibile alcun miglioramento significativo dello stato delle sue acque. E quindi è altamente improbabile che lo stesso raggiunga la condizione di “sufficiente”.
Ciò significa che, in primis a Milano, il Lambro continuerà a essere una fogna a cielo aperto dando la possibilità a chi compie azioni criminali, come quella dello scarico di idrocarburi (2010), di vedersi derubricato in sede di giudizio i reati commessi perché lo stato del fiume era e resterà inferiore a quello di “pessimo”.

A corollario degli interventi sul fiume sono sorte iniziative quali quelle della realizzazione del Parco Medio Valle Lambro tra i comuni di Brugherio,Cologno Monzese e Sesto San Giovanni (con un buget di poche decine di migliaia di euro) e a seguire quello del progetto per realizzare il Parco medio valle Lambro 2.0, in presentazione presso l’auditorium mercoledì 22 gennaio.
(Andando avanti di questo passo nel 2016 avremo presumibilmente un nuovo progetto denominato: Parco medio valle Lambro 3.0).

Prioritari non sono gli interventi di messa a dimora di qualche pianticella con risultati poco lusinghieri come quelle che si vedono al parco Lambro.
Se andate sul ponte di via Feltre vi sembrerà che la mano destra non sappia cosa ha fatto la mano sinistra.
La riva sinistra è stata arginata con dei massi; è stata dotata di un camminamento e di una zona di riposo, è stata transennata e piantumata senza che, per ora, le piante messe a dimora abbiano subito danni dall’innalzamento del fiume.
La riva destra non è stata arginata adeguatamente; in prossimità della strettoia del ponte ad ogni precipitazione le acque tracimano, il camminamento fatto risulta impraticabile e le piante messe sull’argine hanno la funzione di sorreggere gli stracci.

Non è così che si crea un Parco metropolitano.

Prioritario è che una fogna ritorni a essere un fiume circondato da un Parco financo metropolitano.
Il Lambro deve essere risanato. Dove ritornare a essere uno spazio dove sia possibile nuotare e pescare come facevano i nostri nonni negli anni ’50.

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