23 – 25 marzo MARCO PASTORI: UN MORTO E DUE FERITI

25 marzo
Chiara A., 9 anni, abita di fronte alla casa dello studente di viale Romagna. Uscita da scuola si ferma per acquistare delle figurine all’edicola.
Marco Pastori, 17 anni, e Alessandro Danieletti, 19 anni, due neofasciti, sono in macchina su una Fiat 128. Marco davanti alla Casa dello studente spara 5 colpi: ferisce un passante e Chiara, le trapassa il bacino senza colpire organi vitali: si salverà. Un giovane blocca i due neofasciti in viale Lombardia e la polizia catturare Marco Pastori; Danieletti scappa a Pian di Rascino (Rieti): sarà arrestato a maggio, dopo una sanguinosa sparatoria. Marco Pastori, minorenne, rinchiuso nel carcere Beccaria dopo una settimana fugge ma è arrestato, sotto casa, nei giardinetti di p.le Gorini.
I due verranno processati e la pena comminata sarà lieve: l’atto è ritenuto un gesto dimostrativo senza l’intenzionalità di uccidere o di ferire. Ma il giudice si è sbagliato.
Anni dopo Danieletti decide di collaborare con la polizia e racconta gli antefatti della vicenda.

23 marzo
Danieletti e Pastori hanno un appuntamento con dei ricettatori, al parco Lambro. Pastori è appena evaso dal carcere minorile Beccaria, dove era stato rinchiuso per avere picchiato un giovane di sinistra. E’ molto nervoso. Qualcosa si muove dietro un cespuglio. Pastori spara tre colpi con una Beretta 22. Ha scambiato un impiegato di banca, Lucio Terminiello, per un poliziotto in borghese: Terminello muore.
Il 25 i due si rivedono. Danieletti suggerisce a Pastori di sbarazzarsi della pistola. E questi, poiché ha “qualche colpo”, gli propone di andare a spararli contro i “rossi”. Saliti in macchina improvvisano un raid. Davanti alla facoltà di Architettura spara tre colpi; poi altri cinque contro un crocchio di studenti davanti alla casa omonima. Due feriti: un passante e Chiara.
Dopo il raid la Beretta 22 finisce in mano allo stesso perito balistico che si sta occupando del delitto al parco Lambro. Al tecnico pare, senza capire come ciò sia possibile, che la pistola sia la stessa.
Il giudice istruttore Maurizio Grigo, informato, oltre a un mandato di cattura per omicidio contro Pastori, firma alcune comunicazioni giudiziarie: destinatari i periti che hanno avuto per le mani la pistola del delitto.
Quando Pastori ritrovò in carcere Danieletti gli disse che un amico aveva cambiato la canna della pistola.
Pastori uscito dal carcere, perchè l’inchiesta per omicidio non era ancora terminata, si rifugia in Spagna; per l’assassinio dell’impiegato, nel 1987, è stato condannato a nove anni e quattro mesi di reclusione, poi ridotti a sette grazie a un indulto. La polizia spagnola lo ha arrestato il 6 giugno 1994 a Castel Defels, una località balneare a pochi chilometri da Barcellona.

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