Andando al Parco Lambro mi sono imbattuto in questo cartello e sono rimasto basito.

Poi, è uscito un comunicato stampa del Comune di Milano (vd.)
“È difficile comunicare a cittadini e cittadine, o ai numerosi turisti che vivono la nostra città, di non dare cibo agli animali selvatici: il messaggio viene spesso interpretato come una posizione di non cura nei loro confronti, soprattutto per quegli animali che ispirano simpatia e tenerezza tra adulti e bambini. Penso, ad esempio, agli scoiattoli o ai pesci rossi, ma anche a anatre e tartarughe dei nostri specchi d’acqua – spiega l’assessora all’Ambiente e al Verde Elena Grandi –. Tuttavia è importante ricordare che nutrire queste specie, spesso con alimenti per loro innaturali, può essere dannoso sia per la loro salute e sopravvivenza che per l’equilibrio della fauna in città”.
L’assessore al Verde non cita le nutrie come animaletti simpatici a cui non dare cibo ma nel manifesto è il primo a sinistra.
Gustavo Gandini, Garante per la Tutela degli Animali del Comune di Milano, invece le cita e dice “in molte occasioni creano problemi al terreno e alle piante, rosicchiandone la corteccia. Il Garante è vago quando dice “creano problemi al terreno“. Le loro tane sono sugli argini di fiumi e canali, erodono gli argini!
E vuoi vedere che l’argine rifatto dopo l’alluvione del novembre del 2014, al parco Lambro, è di nuovo crollato, qualche giorno fa, per colpa delle nutrie!
Forse è un’ipotesi non veritiera. Ma di certo le nutrie sono state importate in Italia e allevate per farne una pelliccia chiamata Castorino e, passata la moda, qualche allevatore di cuore ha pensato di liberarle e come ha detto il Garante hanno perciò deciso “di stabilirsi in città”.
Sarebbe interessate sapere dall’assessore Grandi e dal Garante per la Tutela degli Animali che hanno a cuore la salute la sopravvivenza e l’equilibrio della fauna in città se, avendo inibito a noi comuni mortali di dare da mangiare agli affamati, cosa faranno loro per liberarci dalle nutrie.