QUESTA E’ LA STORIA DI UNO DI NOI E A MORIRE C’E’ SEMPRE TEMPO

Questa è la storia di uno di noi
che per curarsi non sa come fare.
Un giorno il pneumologo  gli prescrive una TAC, la deve pagare,
anche se è un malato oncologico e non dovrebbe pagarla, (chi ha emesso l’impegnativa ha omesso di indicare l’esenzione!)
Fatta la TAC la fa vedere al suo medico.
Il referto prescrive un TC PET; una TC torace addome con metodo di contrasto e una valutazione pneumologica.
Ma il suo medico:
– esclude la TC – si fa trascorsi 6 mesi
– esclude la PET – non dice perché
– prescrive una visita pneumologica entro 30 giorni, perché – sostiene – se scrive 10 giorni non trova nessuna disponibilità: il servizio sanitario non funziona e deve  rifare l’impegnativa.
Il paziente è seguito da una pneumologa del Poliambulatorio Doria
e dallo staff di pneumologia, dell’ospedale di Sesto San Giovanni.
Dapprima si rivolge al Poliambulatorio, che gli fissa l’appuntamento per la metà di agosto, superando l’indicazione dei 30 giorni.
Quando il medico curante lo viene a sapere: sclera. Gli dice: quando Lei ha un problema deve pagare uno specialista!
Lui va a Sesto e la prima data utile che gli propongono è il primo agosto, stessa data in cui deve fare una visita oncologica in un ospedale di Milano. Nelle orecchie ha ancora la reprimenda del medico curante. In ospedale dalle 15,30 alle 18,30 si possono fare delle prenotazioni di visite private. Si informa. e scopre che una delle dottoresse che lo seguono non è disponibile per la visita ambulatoriale entro i prossimi 30 o 40 giorni ma, “MIRACOLO” lo è il pomeriggio stesso (20 giugno) – a pagamento – per la modica cifra di 120 € più bollo può visitarlo.
Prenota la visita, senza pagarla, e un po’ prima delle 17,30 va all’accettazione per pagare. Succede un altro “MIRACOLO”: la visita costa 15 euro in più. Prendere o lasciare.
Allo sportello vi è un unico operatore, che non sa spiegare il “MIRACOLO”. I pazienti paganti sino a quell’ora sono stati 5 e lui è un miracolato considerato il suo massacrante turno di lavoro.
Il reparto accettazione la mattina è sempre pieno e la coda mediamente è di oltre 1 ora.
Obtorto collo il paziente che fa: paga sperando di essere miracolato anche Lui.
La visita avviene con un’ora di ritardo, il reparto è illuminato; c’è l’aria condizionata, ma i servizi igienici sono chiusi: brutto segno è incontinente!
E’ l’ultimo paziente: la dottoressa redige il referto e gli dice che condivide ciò che ha scritto il radiologo: deve fare una PET total body.
E’ fatta? Manco per niente: per Lui niente “miracolo” perché la visita è privata e Lei non può redigere la prescrizione come se fosse un dottore del SSN. Lui deve rivolgersi al medico curante per avere la prescrizione.
Stamane il medico curante, interpellato, gli dice che non può prescrivere l’esame perché solo uno specialista può richiederlo.
Lui non è un miracolato. Dovrà ripetere la trafila: prenotare una visita specialistica, non a pagamento, e chissà quanto tempo passerà prima di trovare uno specialista che gli prescrive l’esame e poi dovrà trovare una struttura che glielo faccia.
Ma che importa a morire c’è sempre tempo.

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