L’unico vantaggio che EXPO ha portato al quartiere Feltre è stato un espositore in cui viene tratteggiato, dal punto di vista architettonico, il quartiere.
Ma noi oggi riproduciamo un retaggio del passato. L’indicazione che il quartiere era di edilizia popolare; le case erano INAcasa.
Nel tempo gli abitanti hanno in parte migliorato l’ingresso degli androni dei loro civici e molti hanno ritenuto di fare scomparire le formelle che indicavano che quelle erano case popolari (1).
Prima che quella memoria sia completamente scomparsa abbiamo fotografato i tipo delle formelle rimaste.
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- Sotto la presidenza di Luigi Enaudi, nel 1949, fu approvato il Piano Fanfani*, ovvero il “Provvedimento per incrementare l’occupazione operaia, agevolando la costruzione di case per i lavoratori”, con legge n. 49 del 29 febbraio.
La legge prevedeva che il piano dovesse durare 7 anni ma venne prorogato sino alla fine del 1963, quando la GESCAL (GEStione Case Lavoratori) sostituì la gestione INA-Casa.
Il 10 giugno 1952 la Gestione INA-Casa pubblicò un “Bando di Concorso per la targa distintiva delle Case dei lavoratori”.
Ciò avvenne in concomitanza con l’ultimazione delle prime case. Di certo la posa di quelle targhe testimoniava la conclusione dei lavori ma diveniva anche un riferimento identificativo di ciascun edificio. Le formelle in ceramica policrome erano poste in particolare di fianco ai portoni di accesso alle scale o, più in generale, in corrispondenza delle testate dell’edificio o dei punti focali dello stesso.
Le case del quartiere Feltre erano a riscatto: 15/20 anni. Il che ha significato che verso la metà degli anni ’70 non erano più gestite o subordinate a un ente pubblico.
Il riferimento segnaletico, la targa policroma, con gli anni ha mutato di segno: se prima connotava la conquista, per chi vi abitava, di un nuovo benessere dopo è diventato il simbolo di un sogno realizzato ma di modeste proporzioni: quella era pur sempre una casa popolare! E così chi aveva “progredito nella scala sociale” ha pensato di monetizzare quel bene, non volendoci più abitare; gli altri o hanno modificato il proprio appartamento, in primis aumentandone la superficie verandando i balconi, o collettivamente, hanno modificato l’ingresso del civico e hanno cancellato quel segno che sminuiva la sua conquista.*Amintore Fanfani era allora a capo del ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e a lui fu riconosciuto il merito della legge.