UN MILIONE DI EURO PER REALIZZARE UN PROGETTO IN ZONA 3 (FORSE)

Siamo alla stretta finale: quella della votazione di nove progetti, uno per ogni Zona, sui tanti presentati, al quale verrà dato al massimo un milione di euro per la sua realizzazione.
La popolazione milanese un milione e trecentomila abitanti è stata invitata a partecipare a degli incontri per elaborare dei progetti.
Avrebbe dovuto essere un grande dibattito pubblico. In zona 3 nei 5 incontri che ci sono stati il numero di partecipanti a titolo individuale o perché aderente a partito/associazione è stato di poco superiore a 300. Qualsiasi sia la valutazione della partecipazione allo stesso, resta comunque il fatto che 9 milioni sono stati promessi.
Diciamo promessi perché, per rimanere in Zona 3, e solo guardando i 5 progetti presentati, nessuno inizierà prima dell’anno prossimo. Senza indicazione di inizio e fine lavori.
Ebbene l’anno prossimo vi saranno le elezioni comunali. La Giunta arcobaleno Pisapia ha finito il suo mandato e il sindaco non si ricandida. Lascia in eredità, a chi verrà dopo di lui, 9 milioni che dovranno essere  spesi perché così hanno chiesto i cittadini!
Se poi si va a vedere quello che hanno chiesto i cittadini è, in molti casi, quello che la giunta Pisapia non ha fatto in questi 5 anni. Ma i tempi di realizzazione sono procrastinati (da uno a tre anni).
Qualche giorno fa abbiamo riportato il testo dei progetti sulla base dei quali dovremmo andare a votare (vd.).
Ora anche se non richieste formuliamo alcune considerazioni di merito sui progetti, anche se, meno enfaticamente, potrebbero essere classificati come linee di massima di possibili progetti.

Il progetto 16 è quello che fa dire che è il meno procrastinabile da quando il sindaco Aniasi ebbe la felice idea di finire quello che altri avevano iniziato: lo smembramenti di Cimiano e Crescenzago realizzando prima via Palmanova e poi la Metro 2 senza prevedere adeguati sottopassaggi che permettano a chi abita su quella direttrice di accedere dall’altra parte di via Palmanova. Ma qui la data di realizzazione della messa in sicurezza, si spera, e delle rampe di accesso percorribili da pedoni, ciclisti e disabili in carrozzina (si spera) è “fissata” con squisita sensibilità politica al 2018. (Mentre ci si premura a dire che le rastrelliere per le biciclette innanzi alle università di zona saranno realizzate nel 2016!).  Eppure questa ferita incide sulla qualità della vita di migliaia di persone che sino ad oggi sono ghettizzate in un budello di terra che da un lato ha il fiume Lambro e il Parco e dall’altro viale Palmanova e la metropolitana linea 2. Un budello senza servizi e senza “via di fuga” verso la città. Un budello che se non viene colta l’occasione, vivrà o farà vivere chissà per quanti anni ancora le persone nell’emarginazione.
Alcuni mesi orsono documentammo lo stato in cui erano i sottopassi e lanciammo la proposta di usare le multe dell’autovelox su via Palmanova per renderli “agibili”. (vd.)
Il progetto accorpa anche il sottopasso dell’Ortica. Che permette a chi ha la ventura di abitare dalle parti dell’Ortica, e non ha la macchina o non può guidarla, di evitare di farsi il cavalcavia Buccari se vuole andare in città. Il sottopasso ora al più è percorribile da una mamma e/o papà con carrozzella e non da un disabile in carrozella!
SOTTOPASSO DELL’ORTICA

Il progetto 17 Parco Lambro
Non può essere definito un progetto che interessa uno o più quartiere della Zona 3 o solo la Zona 3. Il Parco Lambro è di tutta la città onde ragion per cui ci pensi chi di dovere. Quando ci sarà il Municipio 3 ci pensi il Municipio 3. L’alluvione del novembre scorso ha prodotto danni al Parco Lambro. Danni che si sono ripercossi anche questa estate con la moria degli uccelli nell’ex cava di via Feltre. Nel parco ci sono ancora spazi transennati e alberi sradicati. Il progetto prevede una spesa di 800.000 euro con inizio nel 2017!
Campa cavallo che l’erba cresce!

Il Progetto 18 E’ la sommatoria di interventi su più quartieri della Zona. E questo non avrebbe dovuto essere permesso considerato che: accorpare esigenze eterogenee in un progetto non omogeneo comporta solo l’aumento  della popolazione dei votanti e quindi tendenzialmente fa si che il progetto possa vincere. Bella vittoria!
Entrando nel merito delle cose che verranno fatte viene detto che alcune saranno realizzate dal 2018 altre, come la casa dell’acqua, prima: nel 2016. (La casa dell’acqua è l’installazione di un erogatore d’acqua. Ve n’è una in via Morgagni. Ve n’è una anche in via Celoria ad uso privato di studenti e personale docente e non docente). Quella che verrà messo sarà una eredità di EXPO2015.
La scuola di infanzia di via Pini 2 ha si le potenzialità perché venga realizzato quello che si afferma. Ma ha anche altre criticità che vengono prima. Ad es. le insegnanti quest’anno hanno detto che hanno a budget, per ogni classe, 50 euro l’anno per comperare giochi! Quindi è demagogico pensare a un orto botanico quando i bambini non hanno i giochi. Se tanto mi da tanto realizzato l’orto i genitori della scuola d’infanzia dovranno “adottarlo” il che vorrà dire che a loro spese dovranno mantenerlo. Ideona: la scuola d’infanzia con giochi e orto pagati dai genitori!. Quanto al “nuovo ombreggiamento” non si capisce cosa sia. Non vorremmo che sia la potatura degli alberi!

Santa Maria Bianca della Misericordia in Casoretto, piazza San Materno, primi del 900 w

Santa Maria Bianca della Misericordia in Casoretto, piazza San Materno, primi del ‘900

Il Progetto 19 avrebbe una sua legittimità se non fosse che l’intervento è per “riqualificare una chiesa” che nei secoli è stata trasformata e dell’originale ha poco o nulla. Quanto alla riqualificazione dello spazio circostante questo è stato realizzato pochi decenni fa. Che in termini burocratici è come se fosse ieri. E non avere pensato questo intervento va  a merito della gestione della giunta Pisapia.

Il Progetto 20 è da un lato uno spreco di risorse, 1 milione per costruire uno spazio aggregativo che poi abbisognerebbe di personale per gestirlo e, dati i precedenti di tutte le amministrazioni che si sono succedute, gli spazi aggregativi sono divenuti luoghi appaltati a cooperative di ogni genere e colore. Ma non solo. La sua ubicazione è infelice: davanti ha una chiesa, che ha spazi aggregativi enormi. E, se non abbiamo capito male, la struttura dovrebbe essere costruita su uno spazio verde che ora è attrezzato con giochi.
Ma oltre a ciò non si capisce perché non è stato presa in considerazione una struttura che sta andando in malora, la ex scuola media di via Narni, più centrale rispetto a quello spicchio di città. Oppure non si è considerata la casa dell’acqua in via Civitavecchia 101 (vd) che graziosamente è stata progettata ma non completamente realizzata (per usare un eufemismo) e la giunta Pisapia non se ne è accorta (ne abbiamo parlato recentemente vd.). Se la si terminasse sarebbe uno spazio che svolgerebbe la funzione per cui è stato realizzato: rivitalizzerebbe un quartiere appena sorto e sarebbe un piccolo segnale di serietà da parte dell’amministrazione pubblica.

Questa voce è stata pubblicata in redazione e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento