PROGETTO MILANO 2040

cascine doppie

Le Cassine doppie

Come abbiamo scritto in un recente articolo la fine delle Cassine doppie fu decretata nel 1913 allorquando venne stipulata una convenzione tra Stato, Comune, Camera di Commercio di Milano, con il concorso della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, per decentrare e accorpare in un unico luogo gli istituti di istruzione superiore sparsi per la città (Politecnico, Statale e Brera) (vd.).
Luigi_MangiagallL’idea era partita da Luigi Mangiagalli allora presidente della Associazione per lo Sviluppo dell’Alta Cultura a Milano ed egli, il 6 novembre 1915, pose la prima pietra di “Città Studi”.
Il progetto doveva realizzarsi su un terreno di 150.000 mq. donato dal Comune di Milano, dove allora sorgevano le Cassine Doppie. A quella prima donazione seguirono quella dei F.lli. Ingegnoli 15000 mq. e altre ancora per 40.000 mq..
Sappiamo che quel progetto non si realizzò in toto: le facoltà di legge e lettere rimasero sempre in Statale, così come Brera rimase là dov’era.
A 100 anni da quella data i nuovi “barbari” vogliono spostare ciò che 100 anni fa stava su parte di quei 200.000 mq.: le facoltà scientifiche della Statale che oggi sono distribuite su 33 edifici per una superficie di 253.000 mq. Le facoltà scientifiche hanno grosso modo quadruplicato gli spazi a loro necessari.
Ma Milano nell’ultimo secolo di quanto ha aumentato la sua popolazione? Nemmeno del doppio.
Anzi negli ultimi 40 anni ha visto diminuire la sua popolazione di 500.000 abitanti.
Dai dati da noi presi in considerazione 1999/2013 la popolazione di Zona 3 è passata da 145.895 mila a 141.229 abitanti (vd.).
A livello demografico la crescita è uguale a 0.
A ingegneria il numero di studenti è cresciuto a architettura è diminuito. Probabilmente facendo una somma il numero complessivo è invariato.
S1770051wLe facoltà della Statale a Città Studi vedono confluire circa 18.000 studenti. Il personale docente e non docente è di circa 3.000 persone. Di certo c’è che la facoltà di Medicina Veterinaria verrà trasferita a Lodi entro il 2017, con una riduzione di 1600 studenti e 900 tra docenti e non docenti (vd.).
E di certo parte della Facoltà di Medicina veterinaria non è nelle sedi storiche di Città Studi ma in via Trentacoste. Ed è il frutto di un acquisto e di una ristrutturazione recente!.
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Cliccate sull’immagine e vedrete a cosa era destinato l’edificio

Se a questo si assomma che in via Celoria v’è da un po’ di tempo in costruzione un edificio il cui appalto è stato indetto con base d’asta di 22.105.000 euro; aggiudicato con una offerta ribassata del 28% con il risultato che, a detta di chi è intervenuto venerdì sera al primo incontro sul futuro di Città Studi, la ditta è fallita, forse si può dire che la gestione della Statale è fuori controllo. Considerato che in anni passati proprio al di là della ferrovia comperò un terreno di 18.000 mq. con la speranza di cambiarne la destinazione d’uso. Ed ora poiché non vi può costruire, pare che sia in trattativa con il Comune di Milano, per cederlo in comodato d’uso, non avendo alcuna utilità ma solo costi di manutenzione.
In ogni caso la pressione demografica e la ricerca di spazi non sono questioni emergenziali.
Senza contare che il palazzo “liberato” di via Trentacoste ha di fianco a se un terreno di banca BPL ora dismesso e quantomeno bonificato dall’amianto. Che potrebbe essere meglio utilizzato.

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Stabile in via Bistolfi

Senza contare che a fianco di quel del terreno v’è, in via Bistolfi, uno stabile il cui costruttore è stato dichiarato fallito. Uno stabile che negli anni scorsi è stato oggetto di occupazioni abusive e ora è stato messo in sicurezza grazie anche al contributo del Comune che ha aiutato il “nuovo” proprietario Banca Intesa. Ebbene quel palazzo doveva essere un pensionato! Fa bella mostra di sé non completato.
Per cui se dobbiamo ragionare sullo sviluppo delle facoltà che ci sono a Città Studi incominciamo a pensare che queste non sono solo le sede storiche di 100 anni fa ma coinvolgono anche altri spazi di Zona 3 che potrebbero essere utilizzati con profitto, velocemente, e con beneficio della Zona e delle Università.
Altro esempio in piazza Occhialini, perpendicolare a via Mangiagalli, vi è l’ex istituto Rizzoli. Vogliamo utilizzarlo?
Detto questo non si capisce, anche senza scomodare milioni di euro, questa idea di cambiare il volto della città.
Ma ecco che il sindaco di Firenze, dopo essersi presa Roma, oggi cala su Milano con il progetto Milano 2040; ovviamente a tutti oscuro ma da tutti conosciuto. E in questa logica dell’ovvio è previsto anche lo spostamento delle facoltà scientifiche della Statale.
Con quale credibilità il primo cittadino di Firenze, nonché segretario del PD, nonché primo ministro non eletto del Governo faccia tale proposta ancora non lo abbiamo capito.
O meglio dalla sua viva voce abbiamo appreso che per lui gli è tutto un gioco: “Io mi gioco tutto con il referendum. (Quello confermativo che si svolgerà presumibilmente a ottobre dell’anno prossimo se a gennaio il Disegno di legge Boschi, che cambia la costituzione, passerà al voto finale dell’11 gennaio). Se perdo vado a casa”.
A parte la furbata di ritenere non sufficiente una eventuale sconfitta alle prossime elezioni amministrative per dare le dimissioni (la poltrona è la poltrona) meglio che perda lui che rimanere indebitati noi oltre il 2040.

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