Cosa debbano festeggiare gli inquilini delle case di via Civitavecchia 102 e più in generale del quartiere di Crescenzago non è dato di capire.
.
Le case di via Civitavecchia programmate nell’ambito del progetto “Abitare a Milano”, del 2005, prevedevano, tra altre, la realizzazione di funzioni per il quartiere e per la città: due negozi, una caffetteria (in quota commerciale/artigianato/terziario) e la Casa dell’acqua (nella dotazione di servizi).
Ma al momento della consegna degli alloggi, e a tutt’oggi, quelle funzioni solo in minima parte sono state realizzate.
E qui uno degli sponsor dell’iniziativa dovrebbe quanto meno spiegare il perché: ALER. Così come dovrebbe spiegarlo l’assessore Benelli la quale ha dato incarico alla Direzione Centrale Casa e Demanio Settore Politiche per la Casa e Valorizzazione Sociale Spazi di stilare nel maggio corrente anno un “AVVISO PER L’ATTIVAZIONE DI UN’INDAGINE ESPLORATIVA FINALIZZATA ALL’ACQUISIZIONE DI MANIFESTAZIONI D’INTERESSE CONTENENTI SOLUZIONI TECNICO-GESTIONALI PER IL RECUPERO E LA VALORIZZAZIONE DI N. 3 UNITA’ IMMOBILIARI SITI IN VIA CIVITAVECCHIA N. 108 – MILANO (ZONA 3)”
Ridicolo. Due delle tre unità immobiliari non sono state compiutamente realizzate e si parla di recupero delle stesse!
Ma l’assessora si è superata quando martedì ultimo scorso, in via Valvassori Peroni 56,nell’ambito dell’iniziativa EDILIZIA POPOLARE VALORE PER LA CITTA’ ha affermato che: lei è molto contenta della scelta di avere affidato a MM la gestione del patrimonio edilizio comunale anche se tra le varie criticità che debbono essere affrontate e risolte da parte di MM vi è quella di una accelerazione delle procedure di assegnazione degli immobili, considerato che ora occorrono più di due anni.
E quelli di MM hanno ammiccato perché una delle prime azioni da loro esercitate è stata quella di occupare una unità, non compresa nel piano di “recupero”, interamente costruita in via Civitavecchia, e che da progetto doveva essere l’asilo nido! e l’hanno fatta diventare una loro sede territoriale.
Quanto alle altre 3 unità da “recuperare”, eccone una visione fotografica tratta dall’indagine sopra menzionata
La prima unità, di 130 mq, era destinata ad attività/commerciali/artigianali/. Ora è stata messa in sicurezza con una lastra di acciaio che ne sigilla la porta. Delle altre due unità l’una, di mq 701 (distribuito su 2 livelli) concepita come servizio di utilità per il quartiere-città, la casa d’acqua, è annessa all’altra unità, destinata ad attività commerciali/artigianato/terziario (mq 180), entrambe avrebbero dovuto creare, insieme al nuovo accesso al parco, una nuova polarità urbana. I giardini interni, le vasche di cura, i bagni pubblici e la caffetteria, come da progetto, disegnavano sul lato del quartiere, rivolto verso il parco, una sorta di polo per il turismo urbano.
Ma questa parte del progetto è rimasta incompiuta nelle finiture (e l’assessore Benelli dovrebbe spiegarne il perché. (Non bastando quanto detto martedì scorso circa il mancato aiuto da parte di Regione/Governo). E si presenta solo come orditura strutturale (già collaudata staticamente). La struttura è mancante di tutti gli impianti tecnologici, rimane invece installato l’impianto ascensore, il cui collaudo non è stato possibile per mancanza di tutte le opere essenziali di sicurezza (piano sbarco, illuminazioni, etc.).
Sono state realizzate anche le opere di chiusura dell’intero involucro edilizio al fine di rendere inaccessibile l’edificio mettendolo in sicurezza da atti vandalici. (Le foto dell’allegato risalgono a uno stato di fatto di oltre un anno fa).
Ecco. Gli abitanti di via Civitavecchia oggi, se vorranno, si potranno consolare: ciò che è stato costruito è stato messo in sicurezza o non sarà come progettato o è occupato “abusivamente” da MM (per dare un servizio vicino ai cittadini; un servizio si puntuale e tempestivo come ricorda il cartello affisso all’ingresso dello spazio occupato da MM
che pare proprio una beffa.
Alcuni momenti della festa

