19 maggio CORSO BUENOS AIRES E’ DEI MILANESI

E la maggioranza del consiglio di Zona 3 vorrebbe decidere quello che non può e ingaggia polemiche autolesioniste. A loro consigliamo di leggere un libricino scritto da Carlo Cipolla, nel 1988, Allegro ma non troppo, nel quale viene formulata una teoria sul comportamento umano[1].

Un po’ di mesi sono trascorsi prima che l’idea balenata nella maggioranza del CdZ3: chiudere al traffico corso Buenos Aires tutte le domeniche, in occasione della durata dell’EXPO, [2] naufragasse.
Ma piccoli strascichi polemici continuano a lambire la frenetica vita dei consiglieri di maggioranza. E così il vicepresidente del Consiglio di Zona 3 scrive un comunicato stampa[3] e un consigliere di maggioranza, Gabriele Mariani scrive: Il consiglio di Zona 3 ha nel suo programma la chiusura domenicale del Corso[4] anche per eventi di carattere aggregativo, vi si svolgono periodicamente ad esempio il “Miglio di Sport” o il “Miglio delle culture”.

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Gazebo del CdZ3 al Miglio delle Culture, iniziativa costata al CdZ3 quasi 10.000 euro e realizzata 1 sola volta dal CdZ3. La giornata era di sole e noi siamo stati sfortunati a non riprendere l’affluenza dei cittadini!

Ogni iniziativa in Corso Buenos Aires è però ostaggio di veti da parte di una minoranza di commercianti rappresentati da AscoBaires, ultima grande polemica quella sollevata da questa associazione su quante domeniche chiudere il Corso nel periodo di Expo. Perché? C’e’ una rendita di posizione (senza visione) da mantenere?  Il Consiglio di Zona 3 ritiene che corso Buenos Aires sia di tutti i cittadini rappresentati dalle loro istituzioni (Comune e Zona 3) quindi anche, ma non solo, delle realtà commerciali che vi operano. Si sappia che Ascobaires rappresenta il 30% delle attività commerciali del Corso; l’altro 70% , consistente nelle grosse catene internazionali che non sono rappresentate nel DUC (Distretto Urbano del Commercio) di Corso Buenos Aires, gradirebbe invece le iniziative pubbliche di chiusura domenicale.


Secondo l’idea del consigliere Mariani le grandi catene internazionali che, a suo dire, rappresentano il 70% delle attività commerciali che gravitano su corso Buenos Aires, sono la buona maggioranza silenziosa a cui il Consiglio di Zona e il Comunale deve prestare attenzione perché, a suo dire, gradirebbero le iniziative pubbliche di chiusura domenicale del corso.
Ma non solo. Il consigliere Mariani sostiene che vi è una associazione di commercianti (AscoBaires) che ha il demerito di essere nel (DUC) e di rappresentare solo il 30% dei commercianti di corso Buenos Aires e stando ai numeri, e al consigliere Mariani, non dovrebbe per ciò stesso “fare polemiche” e porre “veti” circa le iniziative pubbliche di chiusura domenicale del Corso.
Questa idea statistica viene poi coniugata a una idea sacrale: il consiglio di Zona 3 ha nel suo programma la chiusura domenicale del Corso dal che ne discende, stante al consigliere Mariani, che opporsi alla chiusura del Corso equivale a non rispettare le Tavole della legge.
Ma chi le ha scritte le Tavole della legge? A questa domanda il consigliere Mariani da una risposta implicita: le Tavole le hanno scritte la maggioranza del Consiglio di Zona 3, ovvero i consiglieri che la compongono, che sono stati votati democraticamente dai cittadini e in virtù di essere maggioranza interpretano il pensiero dei cittadini/elettori.
Qui potremmo discutere all’infinito sull’Istituzione Consiglio di Zona e sul potere delegato allo stesso e ai suoi consiglieri e/o sulla rappresentatività di questi.
Ma ci basta dire che le Tavole della Legge del comune di Milano dicono  che il CdZ non ha il potere di emettere un’ordinanza di chiusura al traffico di una via.
E per non andare fuori dal seminato la domanda che ci poniamo è: chi ha votato la maggioranza dei consiglieri di zona?
Le grandi catene internazionali o i cittadini in generale e anche, forse, qualche piccolo bottegaio di corso Buenos Aires?
Se prendiamo come vero che sono i cittadini che votano e delegano e partecipano agli organismi decisionali perché farsi forti del sostegno delle grandi catene internazionali che non votano e non partecipano?

[1] Senza titolo-1I due assi cartesiani rappresentano il guadagno portato dalle azioni delle diverse persone, che può essere positivo, nullo o negativo per la persona stessa o per le persone che la circondano. Orbene qualcuno potrebbe obiettare che il comportamento di un politico non può essere assoggettato a quello di un comune mortale perché il politico quando compie delle scelte le fa andando oltre il suo interesse personale; anzi pone la sua persona al servizio del bene comune. Ma questa idea di principio è contraddetta nella pratica. E allora, poiché solo un Cristo misericordioso potrebbe dire Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno, a noi spetta decidere come definire i loro comportamenti e a loro fare tesoro delle impressioni che suscitano in noi.

[2] Vd. delibera n. 11 del 12 febbraio 2015. E non poteva essere altrimenti considerato che l’ordinanza di chiusura al traffico di corso Buenos Aires non è materia su cui può decidere il CdZ.

[3] Tutte le volte che il Consiglio di Zona 3 ha la possibilità di sostenere o realizzare qualche iniziativa sul corso Buenos Aires si levano, su tutti i giornali, le grida lamentose e minacciose di Gabriel Meghnagi e Marco Barbieri, rispettivamente presidente di Ascobaires e vicesegretario generale di Confcommercio Milano-Lodi-Monza e Brianza.   È successo puntualmente anche nei giorni scorsi per un torneo di regolarità per auto storiche, la cui organizzazione è stata proposta da un’associazione specializzata al Consiglio di Zona 3 che l’ha fatta sua con apposita delibera.  “…il Consiglio di Zona 3 non faccia fughe in avanti …“…il Consiglio di Zona 3 finge che il DUC non esista…” ” …al Consiglio di Zona 3 diciamo chiaro e tondo che gli eventi delle chiusura domenicali si concordano con il DUC …” Tutto ciò suona strano, in quanto l’Unione del Commercio e la stessa Ascobaires hanno più e più volte ribadito la loro posizione favorevole alla chiusura del corso una domenica al mese con eventi; che il DUC Buenos Aires ha concordato la chiusura con eventi del corso per nove domeniche nei sei mesi di EXPO; che l’iniziativa delle Auto Storiche è stata prevista per una di quelle nove domeniche, la prima in cui era già prevista la concomitanza con un evento organizzato dal Consiglio di Zona 3 (la seconda sarà il 20 settembre con UN MIGLIO DI SPORT). Ne volevano sei, ne hanno concordate nove, per ora se ne prevedono solo due e continuano a protestare. È del tutto evidente che l’oggetto del contendere non è questa o quella iniziativa, questa o quella chiusura del traffico.   L’oggetto del contendere è “di chi è corso Buenos Aires?”. E su questo la risposta è chiarissima: corso Buenos Aires è prima di tutto della città di Milano e delle Istituzioni che la rappresentano, Comune e Zona 3, è poi dei cittadini che sempre più numerosi rispondono ai nostri sondaggi che la chiuderebbero volentieri al traffico anche tutte le domeniche, è infine delle realtà commerciali, economiche e associazionistiche che vi operano, compresa Ascobaires, anche se rappresenta forse il 30% delle attività commerciali del corso, perché l’altro 70% consiste in negozi delle catene commerciali internazionali che sul corso operano gradendo le iniziative pubbliche che vi si realizzano e senza stracciarsi le vesti per non aver avuto diritto di rappresentanza nel DUC Buenos Aires. Il DUC, dice la Legge Regionale istitutiva, ha il compito di “fare del commercio il fattore di innovazione, integrazione e valorizzazione di tutte le risorse di cui dispone il territorio” e di “accrescere l’attrattività, rigenerare il tessuto urbano e sostenere la competitività delle sue polarità commerciali”. Bene, nei suoi due anni di vita, il DUC Buenos Aires non ha saputo organizzare alcuna iniziativa in attuazione del suo mandato, Ascobaires non ha proposto granchè tranne qualche campagna di saldi.   Di fatto il DUC è stato paralizzato da questo braccio di ferro sul “possesso” del corso e le poche iniziative svoltesi per accrescere l’attrattività di corso Buenos Aires, valorizzando tutte le risorse di cui dispone il territorio, sono state realizzate dal Comune, dal Consiglio di Zona 3 e da qualche grande realtà organizzata, non certo da Ascobaires né da Confcommercio. Comunque, il Consiglio di Zona porta al DUC le iniziative che vuole realizzare, perciò prima il Consiglio di Zona 3 decide che cosa vuole fare e lo esprime con apposita delibera, che è il suo modo istituzionale di dialogare con l’esterno, e solo dopo lo porta al DUC. Senza veti da parte di nessuno. Sara Rossin, Vicepresidente del Consiglio di Zona 3

[4] In verità ha approvato la delibera n. 6 del 2/2/2012 nella quale chiedeva che, da una chiusura sperimentale di una domenica al mese di Corso Buenos Aires, si passasse a una chiusura tutte le domeniche.

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