Il 30 dicembre 2012 il consigliere di Zona 3 Gianluca Boari rendeva pubblica, sul suo blog, la lettera che due settimane innanzi aveva scritto a Silvio Berlusconi. Tra le altre cose affermava:
“La politica è diventata la mia grande passione (assieme alla geologia). Dal 2001 sono consigliere di zona….
La nascita del Popolo della Libertà, a cui ho partecipato come delegato a Roma nel 2009, era stata da me percepita come la fase di definitiva consacrazione del centrodestra in Italia….
Quanto è successo nel biennio 2010-2011 è stato qualcosa che mi ha sconcertato profondamente…. (Ma va!)
La campagna elettore sarà difficilissima… Dovremo saper parlare col cuore in mano e ed essere positivi ed in questo, come sempre, Lei sarà un esempio e una fonte di ispirazione….”
Dopo 14 anni in consiglio di Zona 3, e dopo avere percorso il travaglio del suo capo ispiratore (ma pare che non ne sia un emulo nella vita privata): fine di Forza Italia, nascita del Popolo delle Libertà, ritorno di Forza Italia alfine si è staccato da Lui e ha tentato di riciclarsi nel Nuovo Centro Destra. Quand’ecco che il 3 aprile Boari, con grande boato, è franato in una pietraia creata da se medesimo: il GRUPPO MISTO “partito” che annovera nelle sue fila solo lui.
Sulle pagine di Facebook, ha scritto il suo manifesto: “Dimissioni di Mariani* o guerra in aula fino alle elezioni 2016”.
Che il quarantunenne Boari sia un poco monocorde è cosa nota. Tre anni orsono chiese le dimissioni del presidente del Consiglio di Zona: Renato Sacrestani.
Di certo il 16 aprile sarà in prima fila per votare a favore della mozione di censura nei confronti del “solito” Sacrestani.
Il consigliere Boari non conoscere il senso del limite; la sua parabola politica è arrivata alla fine perché come disse François de La Rochefoucauld La durata delle nostre passioni, come quella della nostra vita, non dipende da noi.
* Consigliere di Zona del PD