25 dicembre CORSETTA DI NATALE (Christmas Race)

E’ giunta alla 31a edizione la Christmas Race che raduna ormai centinaia di appassionati al parco Lambro. E’ una manifestazione sportivo-benefica, per podisti di tutte le età, promossa dall’Agap (Associazione gruppi amatoriali podistici) che riunisce diverse associazioni milanesi di running.
La distanza da coprire è 3 chilometri e 650 metri da affrontare a passo libero.
Il ritrovo è alle ore 9.00 in prossimità della linea zero nei pressi della capannina dello zio Tom.
Partenza: ore 9.30.
Iscrizioni sul posto.
Il ricavato sarà devoluto in beneficenza.

Responsabile sig. Labo’3491904401

Di seguito riportiamo il sunto di un articolo di Renato Marino, scritto per il Periodico dell’associazione A.S.D. La Michetta Via Saragat, 14/B—20128 MILANO, che ricorda come è nata la Christmas Race.

Agli inizi degli anni ’80 alcuni frequentatori del Campo Giuriati si trovavano, senza darsi particolari appuntamenti, il giorno di Natale, le prime volte nel pomeriggio, per una corsetta destinata a smaltire il panettone e per scambiarsi gli auguri per il nuovo anno. Nisio Peluchetti portava sempre la bottiglia di champagne per brindare.
Proprio durante questi “brindisi” nacque l’idea di rendere permanente questo incontro natalizio e di estendere l’invito ad altri appassionati podisti, realizzando un minimo di organizzazione.
Senza-titolo-1Attorno a quella bottiglia c’erano oltre al citato Nisio, Renato Mariano, Ernesto Legramanti, Ambrogio Fogar (che poi partiva sempre il 26 per il rally Parigi-Dakar), Milo Tolot, Corrado Giglio, Gigi Donza, Mario Cassani, Gen Franchini e altri.
Grazie a Ernesto e Nisio, il 25 Dicembre 1984 ebbe luogo la prima edizione ufficiale della Christmas Race Parco Lambro: con partenza alle ore 9.30 dalla linea zero nei pressi della Capanna dello Zio Tom.
Il percorso era costituito da un giro unico, con passaggio anche su via Feltre e ritorno sul viale della cascata: circa 2500 metri che i quasi cento partecipanti iniziali percorrevamo a piacere.
Alla manifestazione che aveva un carattere amichevole e amatoriale fu dato anche uno scopo benefico: raccogliere offerte, indumenti o altro materiale da dare all’Opera Cardinal Ferrari: il punto di riferimento era il tavolino di Bruno De Angelis che offriva il suo tè caldo agli astemi.
Gli anni successivi hanno fatto registrare una progressiva e crescente partecipazione di “corridori” e “spettatori”. Alcuni volontari filmavano anche la corsa. E senza comunicazioni particolari, i vialetti del parco Lambro, verso le 8 cominciavano a popolarsi di tapascioni*.
La presenza assidua di Ambrogio Fogar indusse alcuni giornalisti a venire e poi pubblicare qualche breve resoconto sui quotidiani milanesi: più tardi anche i mensili Correre e Runner’s World cominciarono a segnalare e parlare di questa manifestazione.
L’edizione del 1991 fu purtroppo l’ultima per “Ambrogio-podista” che però seppe continuare, nonostante la sua invalidità fisica, ad essere “amico dei podisti”. Rimangono memorabili le sue partecipazioni alla Christmas Race, in ambulanza e carrozzina, negli anni dal 2000 al 2004 per incoraggiare e salutare, anche solo con lo sguardo, gli amici.
L’edizione con il maggior numero di partecipanti (circa 500) fu quella del 1996, organizzata con il coinvolgimento di Don Mazzi; fu anche l’edizione che sperimentò la prima variazione di percorso: infatti il crescente numero di partecipanti aveva indotto la Vigilanza Urbana a vietare il breve passaggio su via Feltre. Il nuovo percorso era di due giri, sempre con partenza e arrivo alla “linea zero”, ma con passaggio sul vialetto interno del Peter Pan: l’uso dei GPS confermò poi la distanza di circa 3564 metri: la corsa divenne più interessante per gli spettatori, sempre numerosi.

* Il termine tapascioni fu coniato a Roma negli anni ’70, al campo dell’Acqua Acetosa, da un mezzofondista milanese, nazionale. Osservando un gruppo di mezzofondisti lenti che correvano in modo poco atletico, disse: “Ma questi stanno facendo una tapasciata” Nel dialetto milanese con tapasciata si indicava la gita che la domenica si faceva fuori porta andando a piedi all’osteria per poi tornare trascinando i piedi, dopo aver bevuto troppo.

Questa voce è stata pubblicata in redazione e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento