6 novembre REDS

Reds-PosterIl Consiglio di Zona 3 in collaborazione con il Circolo Arci 26PER1 – Offensive Democratiche, presenta:

REDS

di Warren Beatty
con Warren Beatty , Diane Keaton, Jack Nicholson, Paul Sorvino, Gene Hackman

Durata* 195’ – (1981)

 

ore 21.00

Auditorium della biblioteca
via Valvassori Peroni, 56
ingresso libero

Il film è basato sulla vita di John Reed, giornalista comunista statunitense che descrisse la rivoluzione d’ottobre nel suo libro I dieci giorni che sconvolsero il mondo.

* Considerata la durata del film il primo tempo è stato proiettato il 30 ottobre; il secondo verrà proiettato il 6 novembre.

LA RIVOLUZ IONE RUSSA

Nel 1861 in Russia era stata abolita la servitù della gleba. Ma la condizione dei contadini poveri, che costituivano la grande maggioranza dello stato zarista, non era di certo migliorata. L’industrializzazione procedeva a rilento, mentre l’organizzazione sociale del paese si allontanata di poco dall’antica concezione feudale dell’autocrazia zarista.In questa situazione era venuta crescendo nel paese una opposizione sempre più organizzata contro lo zarismo che né la repressione poliziesca né le persecuzioni politiche avevano impedito si radicasse tra la popolazione.
Già nel 1905 si erano avuti dei moti rivoluzionari, nati per motivi sociali ma anche sulla scia della sconfitta russa nel conflitto russo-giapponese, culminati in episodi celebrati nei film di Sergej Eisenstein, come quelli della rivolta dei marinai della corazzata Potemkin e dell’eccidio compiuto dai soldati zaristi sparando su una pacifica manifestazione a San Pietroburgo nella cosiddetta «domenica di sangue», il 22 gennaio.
Negli anni seguenti la repressione colpì le organizzazioni socialiste. Molti dirigenti politici furono incarcerati o deportati (Trockij e Stalin) o furono costretti all’esilio (Lenin).
Fu la Grande guerra, con il suo carico di morte, fame e sofferenze , a portare all’ordine del giorno in Russia la questione sociale. Nel popolo divenne sempre più evidente l’abisso che divideva le classi subalterne, che della guerra pagavano il prezzo, e le classi al potere che dalla guerra traevano profitti e ricchezza. E si cominciarono a manifestare anche i nuovi attori della società russa: una borghesia monopolista aggressiva che intendeva sostituire in nome della modernità lo zar e la nobiltà nella guida del paese e una classe operaia, un proletariato industriale che, sotto la spinta delle idee socialiste e del marxismo, proprio in quella borghesia riconosceva il suo più naturale avversario.
I bolscevichi, i principali sostenitori della lotta di classe, unirono ai consueti temi della rivoluzione per la conquista dell’emancipazione del proletariato e della giustizia sociale quello della necessità della pace tra i popoli.
E poiché la pace era ciò che le masse operaie e contadine volevano , questo obiettivo fu, soprattutto al fronte, il tema propagandistico vincente di Lenin e compagni. Negli anni del conflitto mondiale i contadini poveri costituirono la parte preponderante dei soldati impiegati al fronte. Ma l’arretratezza del sistema economico russo si riflesse sull’inadeguatezza dell’armamento dell’esercito e nonostante il gran numero di soldati messo in campo la Russia perse il controllo di Polonia e Galizia.
L’offensiva del generale Brusilov, non riuscì a risollevare il morale delle truppe, scosse dal numero di morti, feriti e prigionieri.
I soldati parteciparono con gli operai e i contadini alla creazione di nuove forme di potere popolare (i soviet) che nella capitale divennero un vero e proprio contraltare al potere del governo provvisorio di Kerenski j (che rappresentava gli interessi della borghesia e di ciò che restava dello zarismo) e del suo parlamento (la Duma) .
E se la rivoluzione ebbe la sua consacrazione nella presa del Palazzo d’Inverno a San Pietroburgo nella notte tra il 7 e 1’8 novembre 1917, lo sganciamento della Russia dal conflitto fu uno dei principali motivi di successo e continuità della conquista del potere da parte delle masse lavoratrici.
Purtroppo, le trattative di pace a Brest-Litovsk con la Germania condussero a condizioni molto gravose (in un primo tempo rifiutate dal nuovo governo russo) , che prevedevano la rinuncia da parte della Russia alla Polonia Orientale, alla Lituania, alla Curlandia, alla Livonia, all’Estonia, alla Finlandia , all’Ucraina e alla Transcaucasia . Complessivamente la pace di Brest -Litovsk strappò alla Russia 56 milioni di abitanti (pari al 32% della sua popolazione) e la privò di un terzo delle sue strade ferrate, del 73% dei minerali ferrosi, dell’89% della produzione di carbone e di 5000 fabbriche, oltre a una indennità di guerra di circa 6 milioni di marchi.
Il peso delle condizioni della resa fece nascere all’interno del nuovo governo gravi incomprensioni . Una parte dei bolscevichi e i socialisti-rivoluzionari avrebbero preferito continuare a combattere; Trockij spinse per una cessazione unilaterale delle ostilità che ebbe l’effetto di permettere ai tedeschi di conquistare in piena tranquillità (a parte qualche episodio di eroica resistenza da parte di reparti russi) gran parte di ciò che avevano richiesto.
Lenin, nella piena consapevolezza del ruolo determinante della pace per lo sviluppo del nuovo ordine sociale, sostenne e ottenne la firma del trattato a prescindere dalle drammatiche rinunce che questo imponeva.
Nel 1945, quasi trent’anni dopo, vittoriosa nella guerra contro il nazi-fascismo, l’Unione Sovietica riconquisterà tutti i territori perduti nel 1917.

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