Arci Ponti di Memoria in collaborazione con il Consiglio di zona 3 nell’ambito della rassegna Il futuro della memoria presso
Auditorium della biblioteca
via Valvassori Peroni, 56
Il lavoro rende liberi
Daniele Biacchessi (voce narrante, testo, regia)
Daniele Tenca (voce, chitarra acustica, stompbox)
Heggy Vezzano (chitarra elettrica)
“Arbeit macht frei”, il lavoro rende liberi.
Lo avevano scritto i nazisti sul cancello d’entrata del campo di sterminio nazista di Auschwitz.
Molti anni dopo, quella frase assume certamente un significato diverso, ma nel nostro paese si continua a morire di lavoro.
Centinaia di migliaia le persone ferite.
E centinaia di uomini e donne uccisi da macchinari, caduti da impalcature traballanti e gru non a norma nei cantieri edili, fulminati da cavi di alta tensione, bruciati dentro silos, ustionati da esplosioni di altiforni, investiti da autovetture o camion su strade e autostrade del nostro paese, morti mentre prestavano soccorso sopra elicotteri, travolti da pale meccaniche, trattori, attrezzi di ogni genere, intossicati da sostanze chimiche.
Quelle raccontate da Daniele Biacchessi, Daniele Tenca e Heggy Vezzano sono storie di uomini e donne colpiti in un momento normale della vita, intenti a compiere uno dei normali movimenti del lavoro quotidiano. Sono storie di uomini e donne rimasti uccisi da regole non rispettate e da leggi mai applicate.
Il veicolo di comunicazione musicale utilizzato è il blues, da sempre il linguaggio dell’anima, dello sfruttamento, della difficoltà, delle sconfitte, più spesso individuali, in questo caso, nelle canzoni e negli accompagnamenti, strumento di diffusione di un disagio quotidiano e di una lotta che diventa collettiva per sopravvivere al Nuovo Ordine Mondiale.