Il 27 febbraio 2014 vi sarà, dalle ore 18.00, l’inaugurazione della mostra promossa dalla Fondazione Marconi Arte moderna e contemporanea, in via Tadino 15.
La mostra sarà visibile dal 28 febbraio al 10 aprile, dal martedì – al sabato 10-13, 15-19.
Ingresso gratuito
La mostra è incentrata su alcune opere degli anni ’70 dell’artista milanese Gianfranco Pardi*. L’intera opera di Pardi, di ambito strutturalista e concettuale, si basa sullo studio dello spazio e sul rapporto tra astrazione e costruzione. La costante, che attraversa tutto il suo percorso artistico, è l’integrazione rigorosa di pittura, disegno e scultura. La riflessione dell’artista sull’architettura inizia già a partire dalla fine degli anni Sessanta, con le prime raffigurazioni di interni ed esterni architettonici e successivamente con lavori chiamati, appunto, “architetture”.
*Note biografiche
Gianfranco Pardi (Milano 1933 – Milano 2 febbraio 2012). La sua ricerca è impostata sullo spazio e sulla progettualità costruttiva che da vita a opere di grande rigore formale, caratterizzate dall’integrazione di disegno, pittura e scultura in una dimensione spaziale di respiro architettonico. Nel 1959 tiene la sua prima personale alla Galleria Alberti di Brescia, mentre l’anno seguente è ospitato dalla Galleria Colonna di Milano. Durante gli anni ’60 sviluppa uno stile che integra il disegno, la pittura, la scultura e l’architettura. Del 1965 è la sua partecipazione alla mostra collettiva La figuration narrative dans l’art contemporain a Parigi. Nel 1967 comincia la sua collaborazione con lo Studio Marconi di Milano e si dedica alla realizzazione di opere che sono una rilettura delle avanguardie storiche come l’Astrattismo, il Suprematismo, il Costruttivismo e il Neoplasticismo. Negli anni ’70 sviluppa nelle sue Architetture la volontà di costruire e fondare uno spazio attraverso la pittura, poiché ritiene che tale mezzo espressivo possa produrre immediatamente l’idea. Le sue opere si sviluppano attraverso segni e gestualità geometriche che, insieme a poche cromie, lo aiutano ad esprimere il concetto di costruttività. Nel 1974, e in seguito nel 1993, partecipa alla XXVII Biennale del Palazzo della Permanente a Milano. Nel 1981 è all’interno di due importanti mostre collettive come Linee della ricerca artistica in Italia 1960/1980, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, e Il luogo della forma, al Museo di Castelvecchio di Verona. Nel 1984 l’Università di Parma gli organizza una grande antologica e due anni più tardi partecipa con una personale alla Biennale di Venezia, alla Triennale di Milano e alla Quadriennale di Roma. Tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta realizza le opere delle serie Cinema, Monk e Maschere, concentrandosi sull’utilizzo di supporti in ferro. Successivamente la sua ricerca artistica si indirizza sul tema della “Montagna-Sainte Victoire”, ispirata alle opere di Cézanne, e ai cicli intitolati Nagjma, ispirati alla luce e alla notte di Tangeri, e Box, ovvero lavori realizzati con scatole di cartone. Nel 1998 Palazzo Reale a Milano ospita una sua personale. L’anno successivo vengono organizzate una serie di importanti mostre in Germania al Frankfurter Kunstverein di Francoforte, al Museo Bochum di Bochum e al Kulturhistorisches Museum di Stralsund, mentre nel 2000 si inaugura la personale dal titolo Homeless alla Galleria Giò Marconi di Milano. È del 2002 la retrospettiva Sheets tenuta alla Galleria Fumagalli di Bergamo, mentre nel 2003 espone di nuovo alla Galleria Giò Marconi con una serie di lavori dal titolo Danza e Restauro.
Realizza numerose sculture per spazi pubblici e privati: 1988 Albergo Bellevue, Malcesine (Verona); 1995 Via XX Settembre, Roma; 1996 Nave Costa Vittoria, Genova; 1998 Casa Zanaria, Rue de Bièvre, Parigi; 1999 Soundtrack, SNAM San Donato Milanese (Milano); 2001 Box, Cascina Mangiagruppa Zeme Lomellina (Pavia); 2002 Sheet, ACF Contact Brembate Sopra (Bergamo); 2006 Danza, Piazza Amendola, Milano. È membro dell’Accademia Nazionale di San Luca dal 2008.