A loro interessa il gettone di presenza non il potere decisionale.
Per due mesi i presidenti dei CdZ si sono riuniti per elaborare una mozione condivisa da sottoporre ai rispettivi CdZ (vd. 113) perché il sindaco Pisapia, la Giunta comunale e il Consiglio comunale diano attuazione a un vero decentramento amministrativo dando poteri effettivi ai CdZ trasformandoli in municipalità sul tipo di quanto realizzato a Roma.
All’atto pratico però detta mozione non ha riscosso il risultato plebiscitario atteso.
I 358 consiglieri aventi diritto al voto si sono espressi così:
| presenti | assenti | favorevoli | contrari | astenuti | ||
| CdZ9 | 33 | 8 | 25 | 6 | 2 | |
| CdZ8 | 24 | 17 | 18 | 1 | 5 | |
| CdZ7 | 26 | 15 | 21 | 5 | ||
| CdZ6 | 29 | 12 | 27 | 2 | ||
| CdZ5 | 35 | 6 | 21 | 14 | ||
| CdZ4 | 24 | 17 | 23 | 1 | ||
| CdZ3 | 21 | 20 | 17 | 2 | 1 | |
| CdZ2 | 31 | 22 | 15 | 1 | 3 | |
| CdZ1 | 31 | 12 | 17 | 2 | ||
| 254 | 129 | 184 | 10 | 35 |
Il risultato è poco lusinghiero per il club dei presidenti che in modo verticistico hanno accentrato su di loro la questione.
Ma più in generale manifesta una miopia politica dei consiglieri di opposizione che si lamentano (al pari dei consiglieri di maggioranza) per i limitati poteri decisionali che da sempre hanno i CdZ e poi, all’atto pratico, hanno ridotto la questione a un fatto di bottega o di parte che dire si voglia; avevano l’occasione per imporre al sindaco Pisapia uno dei suoi punti programmatici non onorati e se la sono lasciata sfuggire.